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Tassi di interesse più alti e yuan flessibile

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La Banca centrale cinese ha varato ieri, giusto un giorno prima dell’incontro cruciale con gli Stati Uniti, una serie di misure valutarie e monetarie. Da una parte la Banca del Popolo della Cina, nel suo sito Internet (www.pcb.gov.cn) ha annunciato la decisione di allargare la banca di oscillazione dello yuan e, dall’altra, di alzare i tassi e il quoziente di riserva obbligatorio.
Gli Stati Uniti stanno facendo notevoli pressioni sulla Cina perché lasci che lo yuan, che molti a Washington dicono sia artificialmente sottovalutato, si rafforzi più velocemente.
A partire dal prossimo 21 maggio la banda di oscillazione giornaliera dello yuan contro il dollaro sarà portata allo 0,5 per cento dallo 0,3 per cento. “Ciò favorirà ulteriori sviluppi del mercato dei cambi e aumenterà la flessibilità del tasso di cambio dello yuan”, ha detto la Banca centrale in un comunicato.
Tuttavia, l’istituto ha anche riaffermato la sua linea ufficiale, secondo cui terrà lo yuan sostanzialmente stabile, aggiungendo che l’allargamento della banda non significa necessariamente che ci saranno ampie fluttuazioni dei tassi di cambio oppure che la valuta si apprezzerà in modo significativo. Lo yuan si è apprezzato di quasi il 5,8 per cento dalla sua rivalutazione del 2,1 per cento e sganciamento dal dollaro, nel luglio 2005. La banda di oscillazione giornaliera contro le altre valute, del 3 per cento, resterà invariata, ha sottolineato la Banca centrale. “L’allargamento della banda rappresenta un regalo per gli americani, fatto poco prima di incontrarli”, osserva Mei Xinyu, economista del ministero del Commercio cinese.
“La decisione, largamente attesa, è positiva, ma introdurre una maggiore volatilità giornaliera nel tasso di cambio dello yuan è una mossa molto contenuta”, osserva Hong Liang, economista di Goldman Sachs a Hong Kong. “Tuttavia con l’allargamento della banda probabilmente lo yuan riuscirà ad apprezzarsi più velocemente contro il dollaro nel trading intra-day. Inoltre l’aumento delle fluttuazioni in entrambe le direzioni aiuterà la Banca centrale a creare un traffico nelle due direzioni per lo yuan, mentre ci aspettiamo che, conseguentemente, si allargherà poi anche la banda di oscillazione tra lo yuan e le valute diverse dal dollaro. Le nostre previsioni per il dollaro/yuan restano comunque a 7,55, 7,37 e 7,03 nei prossimi tre, sei e 12 mesi”, aggiunge.
La Banca centrale è poi intervenuta anche dal lato monetario, stringendo i cordoni del credito. La Banca centrale ha deciso, con efficacia dal 19 maggio prossimo, il rialzo di 0,18 punti percentuali del tasso sui prestiti a un anno, portandolo al 6,57 per cento dal 6,39 per cento e di 0,27 punti percentuali del tasso dei depositi a un anno, portandolo al 3,06 per cento da 2,79 per cento.
Inoltre la Banca centrale, con decorrenza 5 giugno 2007, ha deciso di alzare il quoziente di riserva obbligatoria di 0,5 punti percentuali, portandolo all’11,5 per cento. “Il rialzo dei tassi e, soprattutto, il rialzo del tasso dei depositi più di quello dei finanziamenti, dà un segnale forte circa il fatto che la banca centrale vuole frenare la leva finanziaria”, sostiene Oliver Stoenner-Venkatarama, capo dell’asset allocation di Cominvest a Francoforte. “Credo che la decisione sia stata presa in relazione ai movimenti speculativi sul mercato azionario”.
E’ la quarta volta che la Banca centrale cinese, guidata da Zhou Xiaochuan, alza i tassi dal 27 aprile dello scorso anno, mentre ha alzato la riserva obbligatoria otto volte dal giugno 2006.
Dopo la decione della Banca centrale cinese lo yen si è apprezzato sull’euro di circa 40 ticks e su dollaro di circa 30 tick, rispettivamente a 163,15 yen e a 120,95 yen. Mentre andiamo in stampa la quotazione rispettiva è di 162,83/86 e 120,78/83 yen. La moneta cinese nel corso delle seduta al termine della quale è arrivato l’annuncio della Banca centrale ha toccato il suo massimo contro il dollaro, da quando è stato rivalutato a 7,6679 per dollaro, prima di chiudere a 7,6686 dalla chiusura precedente di 7,6707.