Le obbligazioni governative europee e statunitensi sono anche oggi in rialzo, in concomitanza con l’ andamento negativo di tutte le borse mondiali ed in vista di un più che probabile nuovo taglio del costo del costo del denaro da parte della Fed e della prospettiva di uno ‘stop’ ai rialzi della durata di un anno da parte della Bce.
Lo yield (rendimento) a valere sul Bund decennale è sceso così a Londra al 4,16%, dopo che nella passata settimana aveva registrato la contrazione di maggiore entità dal mese di giugno del 2003. Il rendimento è inversamente proporzionale al prezzo dell’ obbligazione, salito a sua volta a 100,71.
Sempre sulla piazza di Londra il Treasury (titolo del Tesoro statunitense) di analoga scadenza ha visto il suo rendimento flettere al 4,38%. Il mercato obbligazionario si muove al rialzo nella convinzione che, contestualmente al rallentamento dell’ economia, debba anche intervenire un ridimensionamento dell’ inflazione, favorito da un rientro dai massimi della quotazione del petrolio. In questo scenario, anche l’ andamento dei tassi di riferimento finirebbe con l’ essere stabile se non riflessivo.
Secondo un sondaggio fatto da Bloomberg fra gli economisti la Bce dovrebbe mantenere inalterato il tasso-base al livello del 4,0% fino a settembre dell’ anno prossimo. A sua volta in base all’ andamento dei futures il mercato assegna un 92% di probabilità ad un nuovo taglio dei Fed Funds il 31 ottobre, per altri 25 punti base.