Politici, ma non solo. Nei suoi interrogatori-fiume Calisto Tanzi ricostruisce anche i rapporti con la stampa e i giornalisti. I pm che ascoltano le confessioni trascrivono. E alla fine decidono di segretare il verbale. Ci sono rivelazioni molto delicate. Una in particolare, che riguarda Giuliano Ferrara, grande firma del giornalismo italiano, fondatore e direttore del quotidiano “Il Foglio.”
Nel suo racconto l’ex presidente di Parmalat parte da lontano, da quando, all’inizio degli anni ’90, gli fu «consigliato» di finanziare la nascita del quotidiano «L’Informazione», che chiuse pochi mesi dopo. In seguito – racconta Tanzi – il banchiere romano Cesare Geronzi gli chiese di entrare nel capitale sociale del “Manifesto”, e poi del “Foglio”. Il quotidiano della sinistra fu finanziato dal gruppo di Collecchio, il “Foglio” no. Spiega: «Non avevo soldi per fare un’operazione del genere ma feci sapere che sarei stato disponibile ad aiutare in qualche modo».
E la cosa avvenne. «Ho dato cinquecento milioni brevi manu a Giuliano Ferrara», dice Tanzi. La tensione, nella cella dove avviene l’interrogatorio, è alta. I pm chiedono: in che senso? Sul verbale si legge: «A domanda risponde…». E la risposta del signor Parmalat è questa: i soldi li ho portati io personalmente a Roma al direttore Ferrara, erano contenuti in una borsa. Non ricordo se fossero cinquecento milioni o un miliardo. E ancora: non so da che voce di bilancio quei soldi fossero stati presi, né a che servissero. I pm insistono e chiedono: Ferrara che cosa le disse? Risposta di Tanzi: «Mi disse solo: grazie».
Poi Calisto racconta, senza fare nomi, di aver «finanziato anche giornalisti di testate locali» dell’Emilia per ottenere in cambio un occhio di riguardo sulle attività del gruppo.
Soldi, a volte tanti, a volte meno, che Tanzi mette sotto la voce «finanziamenti». Spese che è convinto, e lo dice ai pm che lo interrogano, siano indispensabili per ottenere benevolenza e all’occorrenza aiuti. O almeno così lui spera.
E in questa logica Calisto fa anche il nome di Enrico La Loggia, avvocato, senatore di Forza Italia, ministro per gli Affari Regionali. L’ex presidente fa mettere a verbale che alla fine è convenuto «dare a La Loggia una consulenza legale fissa». Insomma, Tanzi dice che un ministro era di fatto a libro paga dell’azienda.
La Loggia non è comunque l’unico esponente del centrodestra, e neppure del governo, che l’ex presidente di Parmalat ritiene di aver aiutato in vari modi e varie forme. C’è attesa di sapere. Tanto che il comando generale dei carabinieri ha inviato ieri sera una pattuglia nel nostro stabilimento di stampa a Roma per prendere la prima copia di “Libero”. Chissà perché.
Questo articolo e’ stato pubblicato venerdi’ 5 marzo dal quotidiano Libero.