(WSI) – Roberto Calderoli, credeteci, è un uomo mite, gentile, cortese. Non riusciamo proprio a immaginarlo nei panni di un bounty-killer, col cappellone in testa, la Smith&Wesson in mano, e senza calzini. Se un uomo così, un borghese piccolo piccolo, mette una taglia per trovare l’assassino di un amico, si è indotti a pensare che la situazione dell’ordine pubblico si è fatta davvero grave. Ma se un uomo così è un ministro, che più di un cittadino qualsiasi dovrebbe aver fiducia nelle forze dell’ordine; e se mette la taglia perché l’assassinato è un leghista, cioè uno della sua gens; e se aggiunge che avrebbe volentieri scritto «vivo o morto» sulla taglia, ma per la legge italiana non si può, alludendo dunque alla pena di morte: allora vuol dire che la situazione non è solo grave, ma estremamente pericolosa.
E pericolosa lo è. E’ ovvio che la Lega cerca voti con uscite del genere, ed è ovvio che la gente con la testa sulle spalle inorridisca. C’è nelle dichiarazioni di Calderoli un che di tribale: ognuno si vendica i morti suoi, che non è il Far West, come dice la sinistra, ma, ahinoi, il Libano. Ma perché è anche ovvio che sparate così portino voti? Ne dobbiamo dedurre che una fetta sempre più ampia di italiani ha perso fiducia nella capacità dei magistrati e dei poliziotti di proteggerli?
Sì, lo dobbiamo dedurre. La notizia che le agenzie hanno battuto quasi contemporaneamente alla dichiarazione di Calderoli è che a Napoli è stato arrestato – alleluja – il presunto assassino della giovane Gelsomina Verde. Solo che il soggetto in questione, Pietro Esposito, detenuto per l’imputazione di rapina, era stato scarcerato sei giorni fa grazie all’indultino.
Il senso di giustizia è gravemente scosso nel nostro paese. Detenuti che non dovrebbero essere in galera ci rimangono per mesi, magari senza essere nemmeno interrogati una volta dal pubblico ministero. Detenuti che non dovrebbero essere scarcerati per manifesta pericolosità sociale, vengono rimessi in libertà. E’ un problema che devono affrontare con coraggio le forze democratiche, se non vogliono che diventi appannaggio e riserva elettorale delle forze non democratiche come la Lega.
La sicurezza è un bene pubblico primario, ed è tanto più prezioso per i ceti socialmente deboli, che sono davvero quotidianamente a contatto con l’aggressività della malavita. Quanto a lungo continueremo a ritenerlo un tema tabù? E che c’entrano i diritti civili con gli assassini? Lo stato di diritto si difende dimostrando la sua capacità di difendere i cittadini.
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