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Dopo le voci circolate sulla proposta da 1,3 miliardi di euro dai tedeschi di Siemens, anche i coreani di Doosan avrebbero presentato un’offerta. Vista l’incertezza politica, la scelta dell’AD Pansa giungera’ alla fine delle elezioni.
Il numero uno della Bundesbank Jens Weidmann mette le cose in chiaro: un rialzo della moneta unica non e’ sufficiente per giustificare una riduzione dei tassi di interesse. I tassi di cambio? In linea con le previsioni economiche.
Il premier Abe ha preannunciato un cambiamento “che fara’ epoca” alla Bank of Japan. Banche centrali sempre piu’ politicizzate. Ieri Weidmann, numero uno Bundesbank, ha minacciato di andarsene.
“Si possono superare crisi senza ricorrere a svalutazioni competive”, per il banchiere centrale Jens Weidmann. “Corriamo il rischio che la guerra internazionale sul fronte dei tassi di cambio diventi ancora piu’ politicizzata” di quanto non lo sia gia’.
Sara’ ufficializzato il passaggio di consegne all’olandese Jeroen Dijsselbloem, illustre sconosciuto a Bruxelles, ministro delle Finanze e leader dei labouristi. Ha un profilo che piace alla Germania.
In settimana atteso voto del parlamento tedesco su accordi su Grecia. Euro prossimo ad 1,29. Rendimenti decennali in rialzo al 4,74% in attesa della nuova asta di titoli di stato italiani.
Negli ultimi tempi, l’istituto di politica monetaria di Francoforte è diventato sempre piĂą un organismo politico. Che tenta persino di sostituirsi ai governi. L’opinione di Richard Woolnough, gestore del fondo M&G Optimal Income.
Tutto e il contrario di tutto. Con la stessa agilitĂ con cui l’abbiamo vista appoggiare Draghi in agosto non la potremmo vedere ritornare sui suoi passi un domani se una recessione dovesse lambire la Germania? Per il momento la Merkel si tiene aperte tutte le porte, si dice d’accordo con Draghi ma anche con Weidmann e afferma con soave spudoratezza che tra i due non c’è contraddizione. L’opinione di Alessandro Fugnoli
Funzionera’ o no? Diversi membri, votanti e non, riportano dichiarazioni contrastanti sulla possibilita’ del nuovo programma di stimolo di ravvivare il mercato del lavoro negli Stati Uniti.
A Berlino nel quadro del vertice a tre Draghi-Merkel-Lagarde sul «dossier Spagna», il numero uno della Banca Centrale Europea porge il ramo d’olivo alla Germania e ai suoi industriali. Programma taglia spread si, ma non senza ottenere in cambio riforme da Spagna e Italia.