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I rendimenti dei titoli a due anni sono calati al 2,397%, ai minimi da marzo. Collocati anche titoli legati all’inflazione: in totale 4,05 miliardi. Il mercato pero’ non ha recepito i risultati con grande entusiasmo.

Un errore durante l’iniziativa su Facebook ha consentito per alcune ore di acquistare voli gratis. Ripristinato il sistema, tutti i titoli emessi gratuitamente sono stati annullati, scatenando infinite polemiche.

I €18 miliardi di titoli collocati rappresentano la somma piu’ consistente mai offerta fuori dai confini degli Stati Uniti. In un solo colpo l’Italia e’ a posto per il resto dell’anno. Bisogna vedere pero’ chi ha comprato a parte i soliti noti: le banche nazionali.

Le banche non prestano piu’, denuncia il primo ministro italiano. “Dobbiamo consolidare le decisioni del Consiglio sulla stabilizzazione del mercato dei titoli sovrani e sulla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell’Esm”.

Banche concedono finanziamenti alle imprese in cambio di favori. Emesse azioni e obbligazioni per far cadere nella rete investitori sprovveduti. Corrotti sistematicamente i contabili. La testimonianza shock di un ex banchiere.

I presidenti di Consob e Isvap Vegas e Giannini si dimettano, denuncia l’Associazione dei Consumatori Adusbef guidata da Elio Lannutti, che pensa a una class action. Fonsai vale il 75% meno di un anno fa. Si teme nuovo caso Parmalat.

Giudizi poco confortanti colpiscono due blue chip italiane. Un grande broker non è convinto del loro futuro, troppe sono le sfide, e in uno di questi casi pesano i debiti del governo italiano.

PiĂą di 120 economisti hanno pubblicato un appello sul quotidiano francese Le Monde in cui si pronunciano contro il Fiscal compact: “portatore di una logica recessiva che aggraverĂ gli squilibri attuali”.

Sono decine le aziende in crisi finite nella spirale dei titoli tossici venduti dai dirigenti del gruppo come toccasana per i bilanci. E adesso potrebbero scattare le sbarre.

La Banca nazionale svizzera ha investito miliardi di euro in titoli pubblici dei Paesi core dell’Unione europea da inizio anno. Per i gestori ha finito per alimentare la corsa degli spread.