Theresa May pagina 41
Con l’endorsment dei deputati anche se la Corte voterĂ contro la Brexit diretta del governo, Theresa May potrĂ invocare l’articolo 50 a marzo 2017.
Il capo dei negoziati sulla Brexit per conto dell’Unione Europea, Michel Barnier, ha fissato una scadenza nelle trattative, precisando che si dovrĂ raggiungere un accordo con Londra entro ottobre 2018, diciotto mesi dopo che – sempre che incassi il placet del Parlamento – May ricorrerĂ all’articolo 50. La ratifica dovrĂ arrivare nel marzo 2019, secondo le
La posta in palio è enorme: se il governo vince, May potrebbe far scattare l’articolo 50 nel 2017 come promesso. Altrimenti aula potrebbe bloccare tutto.
Negoziatori europei presenteranno a Londra un conto salato sui 40-60 miliardi di euro per l’operazione di divorzio dall’Unione Europea.
Sterlina si è rafforzata da quando l’Alta Corte ha deciso che Parlamento non può essere bypassato. Ma allungamento tempi non è positivo per l’economia.
Arrivati dati positivi dall’Asia, ma investitori si concentrano su tensioni politiche in Occidente. in Italia sono in atto speculazioni al ribasso contro Mps e Btp.
Caos sui mercati. Boom di acquisti sulla sterlina. Schiaffo al governo di Theresa May. Che significato ha a questo punto il voto dato al referendum?
Il vero parere del premier britannico espresso lo scorso maggio durante un incontro con i banchieri di Goldman Sachs.
Ad auspicarlo, secondo alcune fonti, sarebbe lo stesso responsabile delle trattative. Nel suo staff non ci sarebbe nessun britannico. E lui sarebbe noto come “il flagello della City”.
Il Regno Unito diventerĂ un paese indipendente e libero, ma che vuole continuare a fari affari commerciali con i partner Ue. Lo ha detto la premier britannica Theresa May, intervenendo al summit europeo in corso a Bruxelles. “Saranno momenti difficili quando Londra abbandonerĂ l’Europa” unita, ha aggiunto May, ricordando allo stesso tempo che “possiamo costruire