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Il caso Facebook sui presunti abusi sui dati dei suoi utenti commessi da Cambridge Analytica finisce per coinvolgere anche anche Google e Twitter. Per la prima volta una commissione congressuale americana ha chiesto di testimoniare non solo al Ceo del social network,  ma anche a quelli del motore di ricerca controllato da Alphabet e dal sito di microblogging.
Da anni la societĂ raccoglie dati su SMS e telefonate. Nel frattempo arriva una multa anche dalla Corea del Sud
Facebook perde oltre il 7% dopo lo scandalo legato ai dati di 51 milioni di elettori Usa iscritti al social network utilizzati da Cambrige Analytica
Il braccialetto servirĂ a velocizzare le consegne ma ha suscitato dubbi sul rispetto della privacy dei dipendenti
Secondo indiscrezioni stampa le Fiamme Gialle potranno spiare negli smartphone e controllare le memorie per fare verifiche e accertamenti.
Aggirando le impostazioni della privacy sui telefoni della Apple e monitorando il comportamento online delle persone che utilizzavano il browser Safari, Google avrebbe usato questi dati per le sue pubblicitĂ .
Venustech su come ci si può proteggere da attacchi informatici: un’azienda subisce in media 130 violazioni di sicurezza, 27,4% in piĂą rispetto agli anni passati.
Tutto ciò che facciamo sul Web potrebbe rimanere nei provider a disposizione delle autoritĂ per un tempo piĂą lungo, fino a 6 anni. E l’Agcom potrĂ censurarci.
 Sicurezza collettiva & privacy individuale per un mondo che cambia  In Italia, sovente, quando si parla di privacy si grida allo scandalo. Posto che a mio avviso un’attenzione maggiore dovrebbe essere posta nell’uso, nell’accesso  e nella conservazione dei dati e delle informazioni, facilitando per quanto possibile, tutte le operazioni tese all’acquisizione delle citate informazioni,
MILANO (WSI) – Il bancario non può visionare i conti al di fuori delle sue mansioni. Inoltre ogni volta che lo fa deve rimanere traccia di cosa consulta e spetta poi all’istituto effettuare una verifica sulla correttezza delle consultazioni. Questo il parere formulato dal garante della privacy nel provvedimento n. 286 del 22 giugno 2017