depressione pagina 5

Post (e dibattito) sul trading

Il 22/07/2011 alle 0.32.52 l’utente marcopezzi ha inviato un post, che ripubblichiamo sulla home page di WSI perche’ parla di una questione importante che interessa molti dei nostri lettori.

Draghi: “E’ una guerra valutaria” (in altre parole: attaccano l’euro)

Il regime dei tassi di cambio fisso, ovvero quando il corso di una divisa e’ legato in maniera molto stretta all’andamento della moneta di riferimento (le valute garantite dalla banca centrale come l’euro) e’ una delle cause degli squilibri dell’economia mondiale.

Apple, che delusione: è il peggior semestre dal 2008

Su base annua la performance del titolo rimane positiva; ma il calo è dell’8% dal record segnato a febbraio. Si teme sempre di piĂą la concorrenza di Google, in un momento in cui l’AD è di nuovo assente. E, come dice un esperto: “di Steve Jobs ce n’è uno solo”.

Borsa Usa: pericolo reale di mercato “mega ribassista”

Come sempre e’ meglio lasciar parlare i grafici. Stesso andamento della Grande Depressione del 1929 e del tracollo dell’indice Nikkei giapponese. Cosa ci si deve aspettare dal trading di giugno.

Jim Rogers: e’ l’acqua il vero problema della Cina

Guerre civili, epidemie, depressione economica e altri eventi sarebbero di poco rilievo perché il paese si potrebbe riprendere. Il vero nemico del boom economico sarebbe la mancanza d’acqua.

Altro che crescita boom, la Cina e’ veramente a rischio

Ci sarebbero 8 punti nell’economia cinese oggi che ricordano molto da vicino le questioni cruciali che fecero da anticamera alla Grande Depressione negli Stati Uniti (anni Trenta).

Crisi del debito: la prossima pedina saremo proprio noi

L’Italia avra’ bisogno di essere salvata. Non la Spagna. Non il Regno Unito. Ad avvisarci è Zulauf Asset Management. Altro che sistema bancario solido, sarĂ  proprio lui a trascinarci in rovina.

E’ allarme immobiliare: ora si rischia un effetto domino

I tassi ai minimi in Usa, Europa e Giappone hanno alimentato i prestiti nei paesi risparmiati dalla crisi. L’eccesso di credito ha finito per far schizzare i prezzi delle case in paesi non solo emergenti.