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Adottato anche nel Regno Unito, questo tipo di contratto e’ stato vietato ora in un altro paese.
I posti di lavoro creati in Italia tra il 2013 e il 2015 dalle aziende sempre attive sono stati 1,1 milioni e 845mila quelli distrutti, con un saldo positivo di 255mila. Lo rileva Istat nel Rapporto sulla competitività , in cui si segnala un impatto positivo dagli sgravi fiscali concessi alle imprese che assumono e meno invece
MILANO (WSI) – Buone notizie sul fronte dell’occupazione: aumentano di piĂą di mezzo milione i contratti a tempo indeterminato, 510.292 in piĂą nei primi 11 mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014. Lo riportano i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’ INPS. Crescono del 9,7% le assunzioni nel settore privato (+444.409), per il quale
I nuovi contratti a tempo indeterminato nel settore privato sono stati 1.164.866, circa 90.000 in piĂą delle cessazioni
Retribuzioni orarie in aumento nel privato, fanno meglio rispetto alla pubblica amministrazione. Niente nuovi contratti o rinnovi ad agosto.
Anzi: si tratta soprattutto della trasformazione da contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato. Per l’Inps: nei primi 5 mesi dell’anno, assunzioni a tempo indeterminato +25%.
Secondo anticipazioni, la sentenza della Consulta impone di interrompere una prassi ormai consolidata. Esultano i sindacati: “Ora il Governo non ha piĂą scuse”. Ma non ha effetto retroattivo.
Una crescita +138% su base annua. Assunzioni a tempo indeterminato +24,1%.
Al CdM i primi due decreti attuativi del Jobs Act, uno sui contratti a tutele crescenti e l’altro sull’assegno disoccupazione (Naspi).
Altro che articolo 18: nel II trimestre 2014 solo il 15,2% dei nuovi assunti (403.036 unitĂ ) a tempo indeterminato.