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TABACCO: NUOVE CAUSE LEGALI CONTRO PRODUTTORI

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Alcuni funzionari di British American Tobacco, (MO – Nyse) e altri grandi produttori di sigarette hanno tentato di coordinare l’aumento dei prezzi e limitare la concorrenza in Europa, Africa, Sudamerica e Medio Oriente dalla meta’ del 1980 agli inizi del 1990.

Lo riferisce il Wall Street Journal, citando alcuni documenti interni alle societa’.

La notizia giunge pochi giorni dopo che il governo italiano ha annunciato che avrebbe avviato un’inchiesta sulla stabilizzazione dei prezzi da parte di produttori di sigarette che vendono i loro prodotti in Italia.

I documenti citati dal quotidiano finanziario USA sono stati resi pubblici in seguito ad azioni legali presentate da alcuni stati americani dell’Unione. Si riferiscono ad accordi tra societa’ rivali per aumentare i prezzi, assegnare quote di mercato e limitare la produzione e la pubblicita’ in diversi mercati al di fuori degli Stati Uniti.

Queste carte potrebbero ora aprire un nuovo fronte nella guerra all’industria del tabacco con l’accusa di contrabbando di sigarette e controllo dei prezzi.

Sono inoltre attese nuove azioni legali negli USA. Potrebbe infatti entrare in gioco l’antitrust con l’accusa di aver fissato i prezzi e aver assunto un comportamento anticompetitivo.

“Le attivita’ evidenziate in questi documenti non hanno violato alcuna legge”, ha invece dichiarato Greg Prager, portavoce di Philip Morris, aggiungendo che in molti casi “questi accordi venivano fatti con la piena conoscenza e il sostegno degli stati”.

La questione potrebbe ora scatenare azioni legali contro produttori di tabacco anche in altri paesi, tra i quali l’Italia.