Economia

Svizzera: vacilla opposizione contro l’intesa sul segreto bancario

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New York – Mentre Monti si inchina al volere di Bruxelles continuando a chiedere un’intesa coordinata all’accordo per la trasparenza fiscale tra Svizzera e paesi Ue, il fronte dell’opposizione tedesca contro l’accordo di Rubik e’ in procinto di vacillare. Dimenticando che porterebbe nelle casse dello stato ben 9 miliardi di euro, secondo le stime.

Il ministro presidente del Bade-Wurtemberg, Winfried Kretschmann dei Verdi, ha dichiarato a riguardo che “la bilancia pende sempre dalla parte del o, ma non e’ definitivo. Quando il Bundesrat dovra’ pronunciarsi in materia il Bade-Wurtemberg dovra’ tenerne conto dell’aspetto finanziario di questa decisione”. Un aspetto che non e’ piu’ tralasciabile.

Secondo i calcoli del governo, Rubik apporterebbe un guadagno di 10 miliardi di euro alla Germania, di cui 1,8 miliardi alla Renania del Nord-Westfalia, 1,3 miliardi alla regione del Bade-Wurtemberg, 350 milioni al Land di Berlino, 250 milioni ad Amburgo. Tutti dipartimenti che, essendo governati dall’opposizione, hanno preso il comando del fronte contrario all’accordo di Rubik.

Ma le cifre del governo sono contreverse e sono gia’ state contestate, il Bade-Wurtemberg – per il momento contrario – stima per esempio che Rubik non portera’ che a 260 milioni di euro.

L’accordo fiscale tra i due paesi – firmato a settembre dell’anno scorso – non e’ ancora stato adottato dal parlamento tedesco. I Länder diretti dall’opposizione rifiutano in effetti di stringere “un accordo ingiusto per i contribuenti onesti”. Il si del Länder e’ indispensabile, perche’ Angela Merkel non dispone piu’ di una maggioranza al Bundesrat, la seconda camera del parlamento tedesco.

Il metodo di Rubik e’ stato concepito per conciliare il segreto bancario svizzero e la lotta all’evasione fiscale. Perche’ consentirebbe a Germania e Regno Unito – i due stati Ue che hanno avviato i colloqui con la Svizzera – di battere cassa e ai banchieri elvetici di garantire ai clienti inglesi e tedeschi di mantenere l’anonimato. Anche Austria e Grecia hanno manifestato interesse nei confronti di un accordo simile. Bruxelles pero’ e’ contraria, ritenendo che decisioni di questo tipo debbano essere condivise.