Mercati

Svizzera: Made in Italy, export 2006 più 13,5%

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Vanno al di là di ogni rosea aspettativa i commerci con la Svizzera. Il nostro export, infatti, lo scorso anno aumenta del 13,5 per cento rispetto al 2005. Attualmente siamo il secondo Paese fornitore, dopo la Germania e prima della Francia, e la Confederazione elvetica è il sesto mercato di sbocco per i prodotti made in Italy. Esportiamo soprattutto prodotti farmaceutici e chimici, abbigliamento, articoli in cuoio. Ma lo scorso anno è caratterizzato anche dall’ottimo andamento delle esportazioni agroalimentare, che conoscono un aumento del 6,4 per cento. Lo si legge in una nota di Assocamerestero, che riporta uno studio della Camera di commercio italiana per la Svizzera sulle opportunità per questo settore nella Confederazione.
L’Italia è il primo fornitore di prodotti agroalimentari che arrivano dall’estero, in più in particolare il secondo di vino, con una quota di mercato del 18,7 per cento, e il primo d’olio d’oliva e formaggio e latticini, con una quota rispettivamente del 67,8 per cento e del 44,6 per cento.
Il mercato svizzero si dimostra molto attento alle tipicità italiane, anche perché ricco e in cerca di raffinatezze. Basta pensare che nella sola Zurigo ci sono circa cento pizzerie e ristoranti italiani. Gli svizzeri inoltre si stanno dimostrando sempre più interessati ai prodotti freschi bio, che registrano una crescita annua di vendita del 2,5 per cento.
Per conquistare nuove fette di mercato, secondo la nostra Camera di commercio in Svizzera bisogna concentrare gli sforzi promo-commerciali nei prodotti ad alto contenuto qualitativo e di innovazione e tornare a investire in promozione in modo coordinato e compatto sul mercato elvetico, puntando soprattutto sulla grande distribuzione.
Dallo studio emerge che mentre i nostri prodotti si affermano nelle fasce medio alte di prezzo e qualità, quelli che invece si collocano nelle fasce medio basse dànno segnali di sofferenza per la concorrenza di Paesi come Israele, la regione dei Caraibi e il Sud America. Soprattutto sul vino è necessario contrastare il predominio dei francesi, che ad oggi detengono un quota di mercato del 71 per cento.

d. r.