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Svizzera: Auto, Mirandautomotive protagonista

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Dealer a confronto alla settantasettesima edizione del Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra, che si è concluso domenica scorsa. Le dinamiche del settore della distribuzione di auto e veicoli commerciali sono al centro di una serie di meeting ai quali partecipano i rappresentanti dei maggiori concessionari europei. Apprezzati, in particolare, gli interventi dei top manager del gruppo campano Mirandautomotive: Alessandro Miranda, amministratore delegato di Miranda, Giuseppe Miranda, amministratore delegato di Auto M, e Francesco De Carolis, direttore brand e commercial. Dagli incontri emerge che il processo di concentrazione in atto nel settore dell’automotive è ormai irreversibile. Per quanto concerne l’Italia, una recente ricerca condotta dalla società Quintegia, in collaborazione con l’International Car Distribution Programme e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, evidenzia che la quota di mercato complessivamente detenuta dai top 50 dealer passa dall’11 per cento nel 2001 al 16,7 per cento nel 2005. In pratica, nel giro di pochi anni, i primi cinquanta concessionari italiani registrano un aumento del 50 per cento delle unità vendute. Mirandautomotive è tra i dealer italiani più dinamici: nel 2006 realizza un fatturato di 270 milioni di euro, immatricolando 11.465 auto e veicoli commerciali (più 16 per cento rispetto l’anno precedente). Dati che collocano il gruppo fondato nel 1964 da Domenico Miranda saldamente al primo posto nel Mezzogiorno e tra i primi dieci in Italia. “Negli ultimi anni il nostro e gli altri grandi gruppi sono cresciuti a un ritmo più sostenuto dei piccoli e medi concessionari – dice Alessandro Miranda, numero uno della società capofila di Mirandautomotive e secondo partner italiano di Ford — E’ in atto un durissimo processo di selezione, nel breve termine il numero dei competitor è destinato a ridursi ulteriormente. Sul mercato resteranno solo i più grandi e solidi”. La crescita dei grandi distributori italiani è destinata ad accentuarsi, anche perché l’automotive è un settore “maturo” e la concentrazione è un fenomeno tipico di questi settori. Si moltiplicheranno, dunque, le aggregazioni.