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Svezia, xenofobi in Parlamento

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Per la prima volta nella storia della Svezia un partito xenofobo di estrema destra entra in Parlamento, dopo aver superato la soglia di sbarramento del 4%. Il governo di centro destra uscente vince le elezioni legislative di ieri ma perde la maggioranza assoluta in Parlamento. Secondo i risultati definitivi, la coalizione guidata da Fredrik Reinfeldt ottiene il 49,2% dei voti, pari a 172 seggi dei 349 di cui è composto il Riksdag, tre in meno della maggioranza assoluta. Il blocco di sinistra rosso-verde, guidato dalla socialdemocratica Mona Sahlin conquista 157 seggi, pari al 43,7% dei voti.

L’estrema destra dei Democratici di Svezia (SD) ottiene un risultato storico con il 5,7% dei suffragi; un risultato che assicura loro 20 seggi. «Non è il risultato che mi aspettavo da queste elezioni», ha detto Reinfeldt commentando il voto. Il leader del centrodestra ha comunque escluso qualsiasi tipo di collaborazione con la destra «xenofoba e populista». «Sono stato chiaro… Non coopereremo né dipenderemo dai Democratici di Svezia». Piuttosto lo sguardo sarà rivolto ai Verdi, alla ricerca di un più ampio consenso in Parlamento. È la prima volta in un secolo di storia svedese che una coalizione di centrodestra viene riconfermata, in un Paese in cui i socialdemocratici hanno dominano da sempre la scena politica. Ed è anche la prima volta che l’estrema destra entra in Parlamento, superando la soglia di sbarramento del 4%.

Il giovane leader del Ds, Jimmie Aakesson, 31 anni, ha promesso di non seminare il caos nel Riksdag. «Non creeremo problemi. Ci assumiamo le nostre responsabilità. È la mia promessa al popolo svedese». «Ma oggi abbiamo scritto una pagina di storia politica. È fantastico», ha esclamato su un sottofondo di canti e danze dei suoi sostenitori. «Abbiamo perso», prende atto invece Mona Sahlin che, a 53 anni, sperava di diventare la prima donna premier della Svezia. «Non siamo stati capaci di riconquistare la fiducia» degli elettori.