Economia

Svalutazione strisciante per le valute asiatiche

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(Teleborsa) – I giganti asiatici stringono in una morsa l’Occidente. Cina e Giappone, oltre a mostrare la loro supremazia economica nei confronti dei Paesi occidentali, stanno cercando di affossare le proprie divise nazionali per spingere l’export a scapito soprattutto del biglietto verde e delle bilance commerciali di Europa e America. Il Dragone sembra ormai ballare da solo, incurante delle pressioni per rivalutare lo yuan. A poco sono servite le accuse di concorrenza sleale lanciate la scorsa settimana dal segretario di Stato Usa, Tim Geithner, secondo il quale “il ritmo dell’apprezzamento della divisa cinese é stato troppo lento e la sua ampiezza troppo limitata”. Intanto a Pechino si stanno accumulando ingenti riserve di moneta americana, e sulla sua scia si muovono anche le autorità di Tokyo, Seul e Taipei. In poche parole, l’Asia si sta sganciando dall’Occidente seguendo il modello cinese, remando anche contro Europa ed America per isolarsi dalla loro debolezza economica. Ad oggi per acquistare un dollaro abbiamo bisogno di circa 6,76872 yuan, che si raffrontano con i 6,82705 di gennaio 2010. Passando allo yen, ricordiamo che il cross USD/JPY viaggia attorno ai minimi da 15 anni mentre relativamente al dollaro coreano (won), il cambio contro il dollaro ha registrato una flessione a partire dall’inizio dell’estate per attestarsi a 1168,91 KRW. Stessa cosa dicasi per il dollaro di Taiwan, con il cambio USD/TWD che vale 31,8344.