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Supporti e resistenze, per euro, oro e franco svizzero

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Legnano – Non abbiamo nuovi spunti dal punto di vista macro, i temi da discutere rimangono sempre gli stessi, con problemi sui debiti sovrani dell’area euro in testa e accordo sul debito pubblico americano subito dopo. Temi che sono in grado di contenere la volatilità sui due rapporti di cambio principali, ovvero EurUsd e UsdJpy.

Ieri abbiamo assistito ad una correzione di mercato che ha rispettato in maniera abbastanza precisa tutti i fattori di correlazione con l’avversione al rischio che stavamo (e stiamo ancora) seguendo. Le borse hanno tirato un po’ il fiato, mentre il franco svizzero (il top performer di quest’ultima ondata di avversione al rischio) e l’oro hanno ripiegato, portandosi su livelli tecnici interessanti, mentre il petrolio si è riportato vicino a 99 dollari al barile.

Vogliamo concentrarci un attimo sul metallo giallo, poiché i massimi raggiunti sono davvero notevoli, se paragonati ai prezzi visti nel passato. Siamo, come si suol dire, nella terra di nessuno e le voci ed i rumor su dove andrà la quotazione cominciano a sprecarsi. Gli unici punti di riferimento che ci vengono consegnati dall’analisi tecnica si ritrovano in 1.575,00, ultimo massimo fatto registrare prima dello strappo oltre 1.600,00 dollari/oncia, ed in 1.610,00, massimo storico toccato ieri.

Dove andremo adesso? Nessuno conosce la risposta, ma la correlazione andatasi a rinforzare con l’avversione al rischio ci fa capire che è possibile che ci si sposti ancora più in alto rispetto ai prezzi mostrati ultimamente e siamo pronti a scommettere che di momenti come quelli che stiamo vivendo ultimamente, ce ne saranno di ulteriori e molto probabilmente saranno forieri di acquisti di valute rifugio e di materie prime quali l’oro.

Tecnicamente la correzione cominciata ieri, potrebbe spingersi fino a 1.550,00 nel caso in cui il supporto delineato poc’anzi non dovesse tenere, ma per vedere un ritracciamento del genere (che si avvicina al 50% di Fibonacci sull’ultimo movimento di salita) dobbiamo per forza di cose essere investiti da un’ondata di rinnovato ottimismo e vedere borse che salgono in maniera convinta.

A distanza di qualche giorno, la situazione sul cambio eurodollaro sembra veramente essere cambiata. Il primo segnale di un’ipotetica inversione è stato dato ieri mattina con la rottura della tendenza negativa che insisteva da giovedì della scorsa settimana. La rottura del canale discendente, nei pressi di 1.41, ha permesso un’accelerazione di poco più di una figura sino a vedere 1.4210. Sembra che la tenuta di questo nuovo movimento in salita, per la moneta unica, sia dipendente dalla trendline rialzista che da lunedì mattina sostiene i prezzi e che transita a 1.4130 nell’immediato futuro. Una tenuta di questo consentirebbe una salita alla ricerca dei massimi di settimana scorsa, quindi verso 1.4275.

La grandissima volatilità sul cambio UsdJpy ha permesso ai prezzi di raggiungere 79.30… ovviamente stiamo ironizzando sulla mancanza assoluta di direzione dell’ultima settimana. Il cambio è giunto davvero a 79.30, ma ciò non è bastato per decretare una rottura della resistenza a 79.25, consentendo ai prezzi un nuovo calo di qualche punto verso 79 figura. Sino ad una vera ripresa di una tendenza, nulla vieta di continuare a sfruttare lo strettissimo canale che si è generato negli ultimi cinque giorni e che copre 78.85 sino a 79.25. Una considerazione di tipo statistico: le probabilità che i prezzi continuino a muoversi in questo modo diminuiscono esponenzialmente al passare delle ore. Questo significa che ogni operazione voi facciate per sfruttare quest’area, deve necessariamente contemplare un livello di uscita non troppo lontano (magari anche di reverse).

Il movimento del cambio EurJpy, degli ultimi tre giorni, è esattamente sovrapponibile a quello di eurodollaro. La linea di tendenza positiva creatasi di recente in questo caso transita a 111.60, per l’immediato futuro. Se tenesse, potremmo assistere a un movimento impulsivo tale da rompere il recente doppio massimo a 112.30.

Osservando ora le cale notiamo, anche in questo caso, come una tendenza negativa sul dollaro abbia consentito una ripresa dei prezzi negli ultimi giorni. La tendenza negativa è stata, anche in questo caso, oltrepassata riaprendo le speranze per una ripresa strutturale del cambio (data la velocità del cambiamento di rotta, l’idea è ancora di non ricercare tendenze di lungo periodo ma di approfittare di scostamenti giornalieri). Il pensiero di delle cale in rialzo passa necessariamente dalla rottura decisa di 1.62, per il momento ancora lontana.

Il cambio EurGbp si è assestato al di sotto di 0.88, dopo la ripresa di due giorni fa. Continuiamo a pensare a 0.8835 come livello di arrivo successivo ad una ripresa della tendenza positiva, così come il minimo di due giorni fa, prossimo a 0.87, regge la ripresa dei prezzi, altrimenti in grado di poter calare di un’ulteriore figura.

Vale la pena ricordare il più interessante livello di breakout sul cambio GbpJpy, data la rinnovata vicinanza dopo il calo di due giorni fa. Facciamo riferimento a 128.15.

Guardiamo ora al dollaro australiano, anch’esso in un rinnovato movimento favorevole. Questo trova il suo obiettivo naturale sull’area di congestione prossima a 1.08. Il supporto alla tendenza degli ultimi giorni è indicato in zona 1.06.

Concludiamo con la recente pausa del franco, dal proprio percorso di rafforzamento.
Questo ha permesso al cambio EurChf di avvicinarsi a 1.1750, che da qualche giorno pensiamo possa favorire una ripresa ancora maggiore della moneta unica. Intorno a 1.16, per le prossime ore, si trova il livello di supporto al movimento creatosi di recente.

La rottura di 0.82, come resistenza, ieri ha generato una ripresa della volatilità favorevole al dollaro e che sembra poter spingere ulteriormente i prezzi verso il prossimo obiettivo che si trova a 0.83 figura. 0.82 diviene così supporto per le prossime ore.

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