(WSI) – Da qualche giorno sui mercati finanziari (e quindi sulla congiuntura più in generale) si aggira il fantasma di Hindenburg, il dirigibile che si è schiantato nel cielo di New York nel 1937. Alcuni esperti di analisi grafica sostengono che, ogni tanto, si fa avanti, appunto, una “figura” che essi chiamano Hindenburg: quando arriva non prevede ribassi, ma semplicemente uno schianto dei listini, che può raggiungere anche il 30 per cento. Insomma, un crash come quello del dirigibile.
Secondo questi esperti, l´Hindenburg (che deve manifestarsi due volte nel giro di 36 giorni), si è già fatto vedere il 12 agosto. Non resta che attendere la seconda apparizione (che ci sarebbe addirittura già stata, per alcuni), e poi ci sarà lo schianto dei mercati, seguito da una crisi finanziaria di grandi proporzioni.
Ma le cose stanno veramente così? Non si può dire con certezza. Le previsioni dei graficisti sono molto simili alla stregoneria, e quindi qualche volta possono anche essere nel giusto.
Quello che si sa di sicuro è che il mercato da qui a fine anno non può attendersi buone notizie. La ripresina che c´è stata nel primo semestre coincideva con la fase di ricostituzione delle scorte (mandate a zero durante la Grande Crisi), fase che è ormai finita praticamente ovunque. E quindi la congiuntura va a rallentare. Si crescerà meno di quello che si era soliti fare e non sarà una faccenda tanto breve. La “bassa crescita” potrebbe durare anche un paio d´anni, in attesa che si rimettano in moto i meccanismi tradizionali dell´economia (soprattutto i consumi americani).
Nel corso di questo biennio il rischio di un double dip (cioè di un ritorno alla recessione) sarà praticamente costante, anche se molto probabilmente non si verificherà perché le autorità monetarie lo sanno benissimo e stanno molto attente. Già a fine mese la Federal Reserve americana dovrebbe varare un piano di interventi proprio per ridare un po´ di smalto all´economia americana e per rialzare la congiuntura a un livello tale che scongiuri il rischio di cadere nel double dip.
Inoltre, a partire dall´inizio del 2011 la Cina dovrebbe tornare a investire con forza, e questo finirà per spingere in avanti tutto il sistema degli scambi internazionali. Ma, nonostante queste consolanti osservazioni, il fantasma di Hindenburg non lascia i mercati. Perché?
La spiegazione è abbastanza semplice. Oggi i mercati vivono una situazione che potrebbe essere definita assurda e che è caratterizzata da due elementi.
In giro c´è una liquidità abbondantissima (che le banche centrali si guardano bene dal togliere di mezzo, a causa della bassa congiuntura) e tutto questo denaro non costa praticamente niente. In sostanza: denaro in quantità illimitate e a costo zero. Il sogno di ogni buon speculatore.
E infatti il rischio vero, in una situazione del genere, è appunto che i più temerari (ma anche i compassati geometra Rossi e ragionier Bianchi) vadano a infilarsi in qualche bolla di qualche tipo. In giro ci sono più soldi che occasioni vere e quindi non si può escludere che a fianco della lenta ripresa, del lento riavvio dell´economia possano sorgere e crescere bolle di ogni tipo: dalle materie prime ai titoli azionari.
Gli operatori (che pure stanno approfittando del denaro a basso costo) sanno benissimo tutto questo e quindi stanno molto attenti ai “segnali” che vengono mandati da Hindenburg o da altre diavolerie del genere inventate dai graficisti (i quali, peraltro, giurano che Hindenburg, finora, si è fatto vivo in occasione di tutti i crash degli ultimi venti anni).
In sostanza, tutti sanno che stanno pattinando su un ghiaccio molto sottile e tutti sanno che la loro controparte ha molte probabilità di essere uno speculatore o uno che vuole semplicemente tirare un pacco. Il denaro a costo zero fa tutti un po´ disonesti, e tutti lo sanno.
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