Nonostante la brusca frenata dei rapporti tra le due Coree in seguito all’esperimento nucleare di Pyongyang del mese scorso, l’attività nella zona economica speciale di Kaesong al confine tra i due Paesi è in costante crescita. E’ di due giorni fa la notizia, diffusa dal ministero per l’Unificazione sudcoreano, che i lavoratori del Nord impiegati nei complessi industriali congiunti superano quota 10mila unità, di cui l’80 per cento è rappresentato da donne. L’iniziativa parte nel 2004 con l’assunzione di quarantadue operai nordcoreani da parte di industrie del Sud. “Allo stato attuale, sono 10.093 i lavoratori del Nord impiegati in 21 aziende del Sud”, annuncia un funzionario ministeriale. Progetto pilota della collaborazione industriale intercoreana, la zona economica speciale di Kaesong sorge su una superficie di una decina di ettari nella Corea del Nord, a ridosso della zona smilitarizzata con il Sud. Un consorzio industriale sudcoreano diretto dalla Hyundai vi allestisce una quindicina di fabbriche in cui lavorano gli operai nordcoreani, le cui remunerazioni vanno direttamente allo Stato. Le aziende sudcoreane pagano circa 600mila dollari americani al mese per gli stipendi dei lavoratori del Nord. Da parte sua, il Sud vi vede solo l’inizio di una serie di grandi progetti che potrebbero gradualmente migliorare il livello di vita oltre frontiera, gettando le basi per una riunificazione non traumatica della penisola. A Kaesong, secondo i progettisti della Hyundai, potrebbero trovare spazio fino a duemila imprese su una superficie di 6.500 ettari, con 500mila operai nordcoreani diretti da 30mila esperti sudcoreani, molti dei quali a questo punto non farebbero più i pendolari, ma vi si trasferirebbero in pianta stabile. La maggioranza dei prodotti di Kaesong riguarda attualmente l’industria leggera: soprattutto tessili e parti di auto o motoveicoli. Negli ultimi mesi, soprattutto dopo gli esperimenti missilistici e nucleari condotti da Pyongyang, il progetto della zona economica speciale subisce pesanti critiche dal punto di vista sia politico che commerciale: in Corea del Sud, i critici vedono il consorzio industriale di Kaesong come uno spropositato aiuto economico all’imprevedibile regime stalinista, mentre gli Stati Uniti contestano a Seul il regime fiscale delle merci prodotte al confine. Secondo Washington, i prodotti di Kaesong non possono essere equiparati a quelli sudcoreani, in quanto fabbricati nel Nord e con manodopera a costo estremamente basso. La questione sta creando seri attriti tra i due Paesi, che entro marzo 2007 sono chiamati a negoziare il rinnovo delle intese commerciali.
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