L’impatto della crisi del mercato dei mutui subprime sull’economia sottostante potrebbe essere drammatico, poichè gli investitori a forte leva potrebbero aver bisogno di ridurre i prestiti fino a 2.000 miliardi di dollari. Lo dice un rapporto datato 15 novembre di Goldman Sachs.
Una stima appprossimativa delle perdite sui mutui in essere, basata sull’esperienza dei passati default, si aggira sui 400 miliardi di dollari, calcola il capo economista della banca internazionale Jan Hatzius. Diversamente dalle perdite sui mercati azionari, che solitamente sono assorbite dagli investitori con strategia “long only “, il rosso sui mutui è per lo più sostenuto da investitori che operano a leva, tipicamente banche, broker-dealer, fondi hedge e società garantite dallo stato.
Questo tipo di investitori reagisce alle perdite riducendo decisamente l’indebitamento, per cercare di non far scendere i ratio patrimoniali. Una banca che si pone come obbiettivo per esempio un 10% di ratio sul capitale avrebbe bisogno di ridurre in bilancio 10 dollari ogni dollaro di perdite. “Le conseguenze macroeconomiche potrebbero essere molto gravi” dice Hatzius che calcola come gli investitori “potrebbero aver bisogno di ridurre i loro prestiti di 2.000 miliardi.
Sarebbe un grande shock – aggiunge – che sarebbe equivalente al 7% dell’indebitamento totale del settore non finanziario Usa e potrebbe portare a una “sostanziale recessione” se si si ripetesse negli anni. “Le probabili perdite nel settore dei mutui subprime portano a un rischio macroeconomico decisamente più significativo di quanto generalemente si pensi” per l’economista Goldman.