Studio sul dapagliflozin dimostra un migliore controllo glicemico in pazienti affetti da diabet
I risultati di uno studio di 12 settimane hanno dimostrato che il nuovo farmaco investigazionale dapagliflozin, un inibitore selettivo del SGLT2 (cotrasportatore di sodio-glucosio), ottiene migliori risultati in tutte le misurazioni glicemiche esaminate [livello di emoglobina glicosilata (HbA1c), glucosio plasma a digiuno (FPG) e glucosio postprandiale (PPG)] in pazienti affetti da diabete di tipo 2 e trattati con alti dosaggi di insulina e di antidiabetici orali di uso comune (OAD), rispetto al placebo (placebo più OAD più insulina). Gli eventi avversi complessivi nei bracci con dapagliflozin sono risultati simili a quelli con placebo. Lo studio ha inoltre mostrato che i pazienti trattati con dapagliflozin hanno subito un maggior calo di peso rispetto a quelli trattati con il placebo, confermando i risultati di uno studio precedente di 12 settimane di fase 2b. I risultati del presente studio sono stati presentati nel corso delle 69esime Sessioni Scientifiche dell’ American Diabetes Association. Il dapagliflozin è un farmaco investigazionale inibitore del SGLT2, attualmente in fase 3 di sperimentazione, sviluppato congiuntamente da Bristol-Myers Squibb Company (NYSE: BMY) e AstraZeneca (NYSE: AZN) come terapia da una dose giornaliera per il trattamento del diabete di tipo 2. La proteina SGLT2 facilita il riassorbimento del glucosio da parte dei reni, reimmettendo in circolazione il glucosio filtrato. “Al momento oltre il 20 percento dei pazienti affetti da diabete di tipo 2 vengono trattati con insulina, e un numero significativo di essi è incapace di controllare adeguatamente il proprio livello di zucchero nel sangue nonostante gli alti dosaggi di insulina,” ha affermato John Wilding, DM, FRCP, Professore di Medicina e Honorary Consultant Physician, a capo della Diabetes and Endocrinology Clinical Research Unit della University Hospital Aintree (Regno Unito). “I risultati presentati oggi sui parametri glicemici e del peso corporeo garantiscono ulteriori studi sul dapagliflozin per questa popolazione di pazienti.” Informazioni sullo studio Lo studio era mirato alla valutazione dell’efficacia e della sicurezza del dapagliflozin in pazienti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato, benché sottoposti a terapia con almeno 50 unità di insulina U100 al giorno più uno o due OAD di base (almeno 1000 mg di metformina e/o almeno 30 mg di pioglitazone o 4 mg di rosiglitazone). I dati provengono da uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo su 71 pazienti affetti da diabete di tipo 2 (età compresa fra i 18 e i 75 anni) il cui HbA1c risultava pari al 7,5 percento o maggiore e pari al 10 percento o minore. I pazienti sono stati randomizzati a uno dei tre diversi bracci di terapia: dapagliflozin 10 mg (n= 24), dapagliflozin 20 mg (n= 24) o placebo (n= 23), somministrato una volta al giorno. Durante lo studio si sono mantenute le dosi degli OAD di base, ma si sono ridotte le dosi iniziali di insulina del 50 percento rispetto alla dose di base giornaliera per ciascun paziente, in modo da ridurre il rischio di ipoglicemia. L’endpoint primario dello studio ha confrontato le variazioni dell’HbA1c medio rispetto al baseline per ciascun braccio con dapagliflozin in confronto al placebo. Gli endpoint secondari comprendevano: proporzione di pazienti che hanno conseguito l’obiettivo raccomandato dall’American Diabetes Association di un HbA1c inferiore al 7 percento, proporzione di pazienti che hanno conseguito una diminuzione dell’HbA1c di almeno lo 0,5 percento rispetto al baseline, e la variazione dell’ FPG rispetto al baseline in confronto al placebo. Si sono inoltre valutate le variazioni nel peso corporeo. Risultati dello studio Dopo 12 settimane, i pazienti trattati con dapagliflozin hanno mostrato una diminuzione media aggiustata dell’HbA1c dello 0,61 percento rispetto al baseline con il dapagliflozin 10 mg e dello 0,69 percento con il dapagliflozin 20 mg, rispetto ad un aumento dello 0,09 percento con placebo. La percentuale dei pazienti che hanno conseguito un HbA1c inferiore al 7 percento dopo 12 settimane è stata del 13 percento con dapagliflozin 10 mg e del 4,3 percento con dapagliflozin 20 mg, rispetto al 5,3 percento con placebo. La percentuale dei pazienti che hanno conseguito una diminuzione dell’ HbA1c rispetto al baseline di almeno lo 0,5 percento è stata del 65,2 percento con dapagliflozin 10 mg e del 65,2 percento con dapagliflozin 20 mg, rispetto al 15,8 percento con placebo. La variazione dell’FPG rispetto al baseline dopo 12 settimane è stata +2,4 mg/dL con dapagliflozin 10 mg e -9,6 mg/dL con dapagliflozin 20 mg, rispetto a +17,8 mg/dL con placebo. Gli eventi avveri complessivi nei bracci con dapagliflozin sono risultati simili a quelli con placebo. Il numero di pazienti con almeno un evento avverso con dapagliflozin 10 mg, dapagliflozin 20 mg, e placebo è stato rispettivamente di 18, 16, e 15. Gli eventi avversi più comuni (maggiori o uguali al 5 percento totale) con dapagliflozin 10 mg, 20 mg e placebo sono stati: frequenza urinaria (pollakiuria), mal di schiena, nasofaringite, nausea, mal di testa e infezione del tratto respiratorio superiore. Gli eventi avversi di particolare interesse registrati con dapagliflozin 10 mg, 20 mg e placebo sono stati infezione del tratto urinario [0, 1,0] e infezione del tratto genitale [0, 5, 1]. Il numero di eventi ipoglicemici è stato di 7 con dapagliflozin 10 mg, 6 con dapagliflozin 20 mg, e 3 con placebo. Non si sono verificati casi gravi di ipoglicemia (sintomi neurologici di ipoglicemia quali stato confusionale, glicemia capillare inferiore o pari a 54mg/dL e necessità di trattamento esterno). Effetti del dapagliflozin sulla perdita di peso Lo studio ha inoltre valutato l’impatto potenziale della glicosuria indotta dal dapagliflozin sulla perdita di peso nella popolazione di pazienti affetti da diabete di tipo 2. Tali risultati includono variazioni nelle misurazioni del peso corporeo totale e dell’indice di massa corporea durante le 12 settimane dello studio. Complessivamente, si è verificata una maggiore perdita di peso nei gruppi trattati con dapagliflozin: 4,51 kg con dapagliflozin 10 mg e 4,3 kg con dapagliflozin 20 mg, rispetto a 1,88 kg con placebo. Informazioni sul diabete di tipo 2 Il diabete (diabete mellito) è una malattia cronica nella quale l’organismo non produce insulina (un ormone necessario affinché le cellule assorbano glucosio in modo appropriato) o non la utilizza correttamente. Ciò porta ad elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) che si mantengono nel tempo. Una protratta iperglicemia, il segnale del diabete, si associa a complicazioni a lungo termine, che possono riguardare quasi ogni parte dell’organismo. L’eziologia del diabete è tuttora oggetto di studio, e fattori sia genetici che ambientali, quali obesità e mancanza di esercizio fisico, sembrano esserne responsabili. Due sono le cause primarie associate al diabete di tipo 2: l’organismo non produce abbastanza insulina (deficit di secrezione di insulina), e le cellule non rispondono all’azione dell’insulina (insulino-resistenza). I reni hanno un ruolo chiave ma sottovalutato nella regolazione generale dei livelli di glucosio nell’organismo. Di solito, in individui sani, i reni filtrano un alto volume di glucosio e ne riassorbono la quasi totalità. Il riassorbimento del glucosio è necessario per l’accumulo di calorie, ma diventa controproducente nel diabete di tipo 2. Nei pazienti affetti da questo tipo di diabete che soffrono di iperglicemia, i reni filtrano e riassorbono una maggiore quantità di glucosio, nonostante il fatto che tale processo di ritenzione contribuisca a mantenere l’iperglicemia. Col passare del tempo, una protratta iperglicemia porta a glucotossicità, la quale causa il peggioramento dell’insulino-resistenza e contribuisce al malfunzionamento delle cellule beta del pancreas. Il livello di iperglicemia protratta è direttamente collegato a complicazioni diabetiche microvascolari e può anche contribuire e complicazioni marcrovascolari. In tal modo, l’iperglicemia sembra perpetuare un circolo vizioso di effetti deleterei che rendono più difficile il controllo del diabete 2 e ne inaspriscono le complicanze. Informazioni sugli inibitori del SGLT2 I reni filtrano in continuazione il glucosio attraverso i glomeruli; tuttavia esso viene quasi completamente riassorbito. Una proteina denominata SGLT2 è responsabile per la maggior parte del riassorbimento del glucosio, aiutando l’organismo a trattenere il glucosio per il suo fabbisogno energetico. Per i pazienti affetti da diabete, la ritenzione di un eccesso di glucosio attraverso tale meccanismo, contribuisce al persistere dell’ iperglicemia. Bloccando l’attività del SGLT2, si inibisce il riassorbimento del glucosio a livello renale, causandone l’escrezione nelle urine. La collaborazione fra Bristol-Myers Squibb e AstraZeneca Nel gennaio 2007 Bristol-Myers Squibb e AstraZeneca hanno dato il via ad una collaborazione che permettesse alle due aziende di condurre la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di due farmaci investigazionali per il diabete di tipo 2: ONGLYZA e dapagliflozin. Tale collaborazione ha come obiettivo la cura del paziente a livello globale, migliorando i risultati e promuovendo una nuova prospettiva per il trattamento del diabete di tipo 2. Informazioni su Bristol-Myers Squibb Bristol-Myers Squibb è una società biofarmaceutica globale la cui missione consiste nel prolungamento e nel miglioramento della vita umana. Per maggiori informazioni, si prega di visitare il sito: www.bms.com. Informazioni su AstraZeneca AstraZeneca è una grande impresa sanitaria internazionale che opera nei campi della ricerca, dello sviluppo, della produzione e della commercializzazione di prodotti farmaceutici da prescrizione e della fornitura di prestazioni sanitarie. È una delle principali società farmaceutiche al mondo con un fatturato pari a 31,6 miliardi di USD, e una posizione leader nella vendita di prodotti per l’apparato gastrointestinale, cardiovascolare, neurologico, respiratorio, nell’ambito oncologico e delle infezioni. Per maggiori informazioni su AstraZeneca si prega di visitare il sito: www.astrazeneca.com. Il testo originale del presente annuncio, redatto nella lingua di partenza, è la versione ufficiale che fa fede. Le traduzioni sono offerte unicamente per comodità del lettore e devono rinviare al testo in lingua originale, che è l’unico giuridicamente valido.
Media:Bristol-Myers SquibbKen Dominski, 609-252-5251ken.dominski@bms.comoppureAstraZenecaJim Minnick, 302-886-5135jim.minnick@astrazeneca.comoppureInvestori:Bristol-Myers SquibbJohn Elicker, 609-252-4611john.elicker@bms.comoppureAstraZenecaKarl Hard, 44-20-7304-5322karl.hard@astrazeneca.com