(Teleborsa) – In vista della convocazione prevista per oggi della Commissione di esperti per la validazione di 68 nuovi studi di settore evoluti per le categorie dei dettaglianti di abbigliamento e calzature, il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, ritorna sul tema delle revisioni apportate dall’Amministrazione finanziaria agli studi di settore per l’anno di imposta 2009 (riferite alla dichiarazione dei redditi 2010): “Nonostante la revisione effettuata l’anno scorso, l’introduzione dei correttivi anti-crisi e la loro regionalizzazione, molti lavoratori autonomi soggetti agli studi di settore hanno pagato quest’anno più tasse rispetto l’anno scorso. Insomma, nonostante gli annunci, ancora un volta il fisco si è dimostrato insensibile di fronte alle difficoltà conclamate dei piccoli imprenditori”. Questa denuncia, fatta dal segretario della CGIA di Mestre, emerge dopo aver letto i risultati emersi da un’elaborazione dell’Ufficio studi dell’Associazione, che ha verificato gli effetti delle revisioni introdotte l’anno scorso. L’analisi ha interessato, su un totale di 69 studi di settore coinvolti nel 2009 dalla revisione, 10 studi riferiti ad altrettante categorie. “Nonostante una crisi che ha tagliato negli ultimi 2 anni il valore aggiunto medio nazionale delle imprese, pari a 5,5 punti percentuali – prosegue Bortolussi – ci sono molte piccole aziende che, seppur in grossa difficoltà, riconosciuta dal fisco con l’introduzione dei correttivi anti-crisi, hanno pagato 2.500/2.700 euro in più di tasse all’erario rispetto alla dichiarazione dei redditi del 2009. Mi riferisco ai commercianti di prodotti di hardware o alle aziende specializzate nella confezione di prodotti non alimentari. Senza contare gli aumenti attorno agli 825 euro subiti dai commercianti di detersivi e quelli subiti dalle ferramenta e i casalinghi del Nord, che hanno versato all’erario quasi 570 euro in più rispetto l’anno scorso”. Fortunatamente non per tutti le cose sono andate peggio: molti settori, anch’essi interessati dall’introduzione dei correttivi anti crisi, hanno registrato una diminuzione del carico fiscale. “Non è da escludere – conclude Bortolussi – che, con la revisione redatta l’anno scorso, almeno un 20-25% delle imprese interessate abbia pagato di più, nonostante l’introduzione dei correttivi e la conseguente regionalizzazione. Pertanto, è bene che già a partire dall’incontro di oggi sia fatto un serio monitoraggio per capire i reali effetti che andranno a produrre queste nuove 68 revisioni.”