
New York – Questa volta la Cina non fa notizia per il sogno dorato della sua economia rampante. E’ la corsa agli armamenti nucleari a riaccendere le luci su Pechino. E’ stato un gruppo di studenti dell’Università di Georgetown a far venire a galla una vicenda dai contorni ancora oscuri che oggi scuote il Pentagono.
Quello che i funzionari cinesi erano soliti chiamare in gergo la “Grande Muraglia Sotterranea”, per gli alunni dell’univesita’ confinante con Washington DC era il compito del pomeriggio. Negli ultimi tre anni, su idea del professor Phillip A. Karber con un passato da stratega durante la Guerra Fredda alle dipendenze del Segretario alla Difesa di quei tempi, hanno, infatti, raccolto, classificato e passato al setaccio milioni di documenti che hanno svelato un volto nascosto della Cina.
Da questa ricerca diventata un rapporto di 363 pagine, che ha già scatenato una audizione al Congresso, è emerso che nel Paese asiatico sarebbero state scavate migliaia di gallerie sotterranee dall’artiglieria cinese, una branca militare segreta al fine di proteggere le testate nucleari e i missili balistici. Si tratterebbe di un arsenale che secondo le prime indiscrezioni conterrebbe una quantità di armamenti di gran lunga maggiore delle stime in mano al Pentagono. Mancano ancora le conferme ufficiali e secondo gli strateghi del Dipartimento della Difesa è presto per arrivare a semplici conclusioni.
A mettere in dubbio le informazioni contenute nello studio sono le fonti da cui provengono le informazioni: siti internet di pubblico dominio. Tanto che c’è chi l’ha bollato come un semplice documentario romanzato come quelli che mandano in onda le reti televisive per fare scoop. La condanna più ferma è arrivata da esperti del settore, preoccupati dalla proliferazione di tali argomenti in un’epoca, quella attuale, in cui si stanno compiendo grossi sforzi in direzione opposta, ossia quella di ridurre gli armamenti nel mondo.