Società

STRUMENTI FINANZIARI
PER GUADAGNARE

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) –
Con un -2,39% si e’ chiusa la prima settimana di settembre, all’insegna della forte volatilità e del nervosismo. Questa volta il pessimo dato proveniente dal mercato del lavoro USA ha innescato una serie di vendite che ha colpito ancora una volta pesantemente i titoli bancari. Dai massimi dell’anno lo storno “tecnico” ha già superato abbondantemente il 10% e alcuni titoli potrebbero essere arrivati a livelli interessanti. Il condizionale è d’obbligo soprattutto ora che i mercati sembrano ad essere ad un bivio: correzione o inversione? Diciamo subito che non è nostro compito fare previsioni e quindi ci limitiamo a segnalare alcuni certificati in grado di replicare e migliorare le performance delle singole azioni. Prima di analizzare qualche singolo tema pensiamo sia giusto partire da una definizione del funzionamento della tipologia di certificato.

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I Bonus sono particolarmente indicati per l’investitore che abbia un’aspettativa rialzista, stabile o moderatamente ribassista e consentono di partecipare in maniera lineare all’attività del sottostante, con l’eccezione positiva data dal Bonus. L’investitore partecipa all’intero ammontare della performance del sottostante, ovvero del titolo che sta alla base del prodotto, usufruendo nel contempo di un livello di protezione contro un eventuale ribasso. Il livello di protezione corrisponde a un determinato valore del sottostante. Se tale livello non viene violato nel corso della vita del prodotto, l’investitore riceve in ogni caso alla scadenza un importo minimo pari al livello di bonus. In tal modo, anche se il valore del sottostante dovesse rimanere sostanzialmente invariato o scendere leggermente, il bonus assicura comunque un rendimento interessante. Se il sottostante sale oltre il livello di bonus durante la vita del prodotto, il certificato replica l’andamento beneficiando dell’ulteriore rialzo a scadenza. Solo la violazione del livello di protezione nel corso della vita del prodotto comporta la trasformazione del Bonus Certificate in un tradizionale Benchmark Certificate. In tal caso l’investitore riceve alla scadenza un importo pari all’evoluzione finale del titolo.

Sul SeDeX sono oggi oltre 110 i Bonus quotati. Tra questi alcuni hanno già subito l’evento barriera, ma molti sono in grado di offrire rendimenti annui a due cifre con rischi tutto sommato contenuti. Proviamo ad aiutarci con qualche esempio pratico: ipotizziamo che Mario Rossi sia interessato ad acquistare il titolo Unicredito, tra i più penalizzati dell’ultimo trimestre, per tenerlo in portafoglio il giusto tempo di un rimbalzo, o per farne cassetto. Potrà acquistare il titolo dunque, a 5,75 euro , incassare i dividendi annui (pari ad oltre il 10% nell’ipotesi di tenuta in portafoglio per i prossimi tre anni) e naturalmente si troverà in situazione di guadagno o di perdita a seconda di come si muoverà il titolo. Oppure potrà acquistare un Bonus , il GBON18, pagandolo 5,95 euro ( la differenza è data dal premio) e nell’ipotesi che da qui a due settimane il titolo rimbalzi del 10%, rivenderlo a mercato guadagnando in misura quasi analoga.

Nell’ipotesi invece che decida di portarlo fino a scadenza, ossia il18 giugno 2010, rinunciando ai dividendi, incasserà un rendimento minimo pari al 34,45% ( circa l’11% annuo) se a scadenza il titolo si troverà tra i 4 e gli 8 euro senza che sia mai stata infranta la soglia dei 4 euro. Incasserà l’intero guadagno se il titolo sarà sopra gli 8 euro. Subirà infine una perdita, in misura analoga a quella del titolo, se il ribasso sarà stato tale da infrangere la barriera dei 4 euro.

In pratica, escludendo da qui in avanti una perdita del 31% per il titolo, si guadagnerà sicuramente e come MINIMO il 34,45%. Si potrà obiettare nel frattempo non si saranno intascati i dividendi. Ma prescindendo dal fatto che questi non raggiungono l’11% annuo, c’è da considerare che se il titolo va a 4,50 euro, si intascano i dividendi ma si perde in conto capitale. Con il certificato invece si è tranquilli fino ai 4 euro.

Diversi i temi interessanti, sia in ottica speculativa che di posizione. Molti di questi richiedono un impegno,in termini di tempo, inferiore ai 9 mesi. Ad esempio il GBON44 ( codice trading da inserire nelle piattaforme di trading on line) pagherà il 20 giugno 2008 un importo minimo di 2,40 euro per certificato ( si paga oggi 2,20) se Telecom Italia non andrà sotto 1,60 euro fino a scadenza. O ancora l’I18075 rimborserà il 20 aprile 2009 un minimo di 3,06 euro per certificato ( si paga oggi 2,03) se il titolo telefonico non andrà sotto 1,65 euro ( +41% il guadagno per un 19% di margine di sicurezza dalla barriera).

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