(Teleborsa) – Sembra che la parola stress test sia ormai entrata nel linguaggio di tutti i giorni. Dopo il carnevale di esami sulle banche europee, che tanto hanno tenuto banco nelle sale operative influenzando significamente anche l’andamento dei listini mondiali, è giunta (quasi) inaspettatamente la notizia di nuovi test sulle banche cinesi, che solo ad inizio anno erano state messe “sotto torchio”. Motivo: i timori per un imminente crollo dei prezzi del mercato immobiliare con gli occhi a mandorla. Secondo quanto riportato da Bloomberg, che cita una fonte anonima, la Commissione per la regolamentazione bancaria di Pechino intraprenderà nuovi stress test per mettere di nuovo alla prova gli istituti cinesi nel caso di uno scoppio della bolla immobiliare. Nel primo round di test lo scenario ipotizzava una caduta dei prezzi del 30%, ora si agirà prevedendo crolli del 50-60%, ipotesi non lontana dalla realtà per quanto riguarda alcune città del gigante asiatico dove i costi delle case hanno toccato prezzi stratosferici. Il governo teme per la forte esposizione delle banche sul mercato degli immobili, si legge ancora, ma anche sui settori ad essi direttamente collegati, come quello dell’acciaio e delle costruzioni. Secondo stime i prezzi delle case residenziali avrebbero visto nel primo trimestre un incremento del 68% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il quotidiano afferma che sono allo studio misure per raffreddare i prezzi degli immobili, tra le quali un alzamento dei tassi minimi sui mutui per la seconda casa e la sospensione di prestiti per l’acquisto della terza casa. Il problema è che con i prezzi attuali, in alcune grandi città la classe media rischia di non riuscire ad acquistare nemmeno la prima, di casa. Le autorità cinesi stanno facendo del loro meglio per raffreddare l’economia cinese, ma lo scoppio di una bolla immobiliare potrebbe far vacillare pericolosamente l’intero sistema. Avanti banche, sotto a chi tocca!
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