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STRATEGIE: AZIONI AI MINIMI, I RIBASSISTI SUONANO LA RITIRATA

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Anche i ribassisti piu’ convinti stanno perdendo ogni certezza, dopo aver assistito ai cali piu’ accentuati che lo Standard & Poor’s 5000 abbia visto dai tempi della Grande Depressione. Il mese scorso le azioni vendute o offerte in prestito allo scoperto sul mercato americano hanno ceduto il 28% dai massimi di luglio. Le societa’ facenti parte dell’S&P 500 scambiano ai livelli piu’ bassi da 18 anni a questa parte. Nel frattempo il presidente Barack Obama e il Congresso stanno lavorando ad un piano da circa $800 miliardi, finalizzato al rilancio dell’economia, mentre gli speculatori vengono sottoposti alla rigida sorveglianza dell’antitrust.

Se secondo Douglas Kass di Seabreeze Partners Management e David Tice di Federated Investors c’e’ ancora margine per scommettere sui ribassi di gruppi alimentari e produttori di computer, persino Marc Faber, autore del “Gloom, Boom & Doom Report”, ha abbondanato le cosiddette posizioni short. Bill Fleckenstein, che aveva preannunciato la bolla immobiliare nel 2005, ha chiuso il suo fondo ribassista che aveva lanciato 13 anni fa e ha comprato azioni Microsoft.

“Per me risulta piu’ facile trovare cinque titoli che penso saliranno, piuttosto che cinque azioni che scenderanno”, spiega Fleckenstein, che vive a Seattle. “Essere short in questo periodo sembra proprio la strategia sbagliata”. I venditori allo scoperto, che prestano e vendono azioni nella speranza di ricomprare ad un prezzo piu’ vantaggioso, hanno avuto un enorme successo tra gli hedge fund l’anno scorso, quando hanno guadagnato il 28% di media, secondo i dati di Hedge Fund Research, a Chicago. Il calo del 38% che l’S&P 500 ha subito l’anno scorso e’ stato il piu’ marcato dal 1937. Sono solo 24 i titoli che hanno chiuso il 2008 in positivo.

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Intanto il focus del mercato e’ rivolto all’accordo sul pacchetto di stimolo fiscale e sul progetto “bad bank”: per entrambi l’annuncio definitivo dovrebbe arrivare martedi’. Al 15 gennaio i titoli venduti allo scoperto erano 13.4 miliardi, in contrazione rispetto ai 18.6 miliardi di luglio, secondo i dati raccolti da NYSE Euronext, a New York.

Le azioni Usa scambiano in media su livelli di 15.23 volte superiore agli utili, dopo essere piombati a novembre sino ai livelli record di 15.20, sui minimi dal 1990, mostra un’analisi di Robert Shiller, professore dell’Universita’ di Yale che nel 2000 aveva previsto il collasso del mercato nel suo libro “Irrational Exuberance”.

“Se volessi essere short in questo mercato, ora, tenderei a muovermi coi piedi di piombo”, dice Dan Veru, che gestisce circa $2.4 miliardi e puo’ scommettere su ribassi e rialzi azionari come chief investment officer di Palisade Capital Management LLC a Fort Lee, New Jersey. “E’ una strategia molto avventata”.

Tuttavia ci sono titoli su cui scommettere al ribasso potrebbe dare frutti. Kass sostiene che i ribassisti possono ancora trarre profitti dalla crisi delle spese al consumo, che si riversera’ su prodotti generici, appesantendo le azioni di Kraft, Colgate e Kellogg, ad esempio.

“Bisogna essere un po’ piu’ creativi”, dice sempre Kass, che gestisce $200 milioni per la societa’ hedge fund Seabreeze, di Palm Beach, in Florida. “Queste sono societa’ il cui modello di business sara’ messo in discussione sul lungo termine. Gli investitori se ne accorgeranno”.

Tice, strategist del fondo Federated Prudent Bear, a Dallas, prevede che l’S&P 500 esca dimezzato dal 2009, e che i titoli tech e retail subiranno un netto ritracciamento. Il fondo, che ha registrato un balzo del 27% nel 2008, ha battuto il 96% dei suoi rivali gli ultimi cinque anni, secondo i dati raccolti da Bloomberg.

Intel, leader mondiale nella produzione di chip, potrebbe chiudere in rosso il primo trimestre, secondo quanto riferito il mese scorso dal Ceo Paul Otellini, il che metterebbe fine ad un periodo positivo che durava da 21 anni per la societa’ di Santa Clara, California. I titoli technologici sono tra i piu’ costosi dell’S&P 500, con la mediana dei valori che scambia a 12.4 volte i profitti.

“Molti pensano che i tecnologici andranno bene”, ha detto sempre Tice, in un’intervista rilasciata Bllomberg lo scorso 5 febbraio. “Noi invece pensiamo che scenderanno un bel po’. Tuttavia le opportunita’ si sono chiaramente ridotte e bisognera’ avere giudizio per trarre profitti da tali strategie”.

(fonte: Bloomberg)