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(WSI) – È uno dei tre moschettieri dell’immobile con Stefano Ricucci e Danilo Coppola. È il più giovane, ha appena 38 anni. Viene da Aversa, ma, piano piano, sta conquistando Roma e Milano. Ama l’arte, in particolare la pittura: nei saloni della sua casa De Chirico e Fontana la fanno da padroni. Ha un patrimonio che sfiora il miliardo di euro, tra immobili e partecipazioni azionarie. Negli ultimi tempi sta provando a scalfire il velluto del salotto buono della finanza italiana: è arrivato a controllare circa il 2% di Mediobanca. Ma, lui, Giuseppe Statuto, sembra quasi non esistere.
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Dal cervellone delle Camere di Commercio di tutta Italia, il suo nome compare solo in una società. Una srl: la “Figli di Statuto Raffaele – Impresa Edilizia”. Raffaele era il padre dello scalatore di Piazzetta Cuccia: nel 1951 aveva creato una società individuale a Casaluce (Caserta), specializzata nell’edilizia. Dopo la sua scomparsa, nel 1992, i tre figli Domenico, Giuseppe e Ivan decidono di portare avanti l’attività paterna. L ‘ anno dopo fondano a Caserta una snc, società a nome collettivo. Nel 2001 il grande salto: la sede viene trasferita da Casaluce a Roma, via Barberini 11. La società si trasforma da snc a srl. E Giuseppe Statuto lascia la carica di amministratore. Presidente diventa Domenico e l’ad è Ivan. Il capitale sociale è di 100.704 euro, suddiviso in tre quote uguali fra i figli di Raffaele Statuto. L’oggetto sociale è ampio: va dalla ristutturazione all’acquisto di immobili e dall’affitto alla cessione di edifici.
Nonostante tutto l’attività “non è documentata”. I dipendenti poi sono solamente otto. È questa l’unica traccia di Giuseppe Statuto in Italia. Eppure l’immobiliarista di Aversa potrebbe diventare il Ricucci di Mediobanca. Il 2% di Piazzetta Cuccia che ha in portafoglio vale circa 240 milioni di euro. Tra i gioielli della sua collezione c’è già un 4,93% di Bnl che vale 415 milioni. Suo è inoltre lo 0,8% di Meliorbanca: 25 milioni. A queste partecipazioni azionarie aggiungiamo poi il suo patrimonio immobiliare: 628 milioni come ha svelato a Il Sole 24 O re. In tutto fa più di un miliardo. Precisamente 1.300 milioni. E Statuto figura solo come semplice socio, con una quota di 33.568 euro, di una srl assieme ai fratelli. Già perché il suo nome non spunta da nessun’altra parte.
Non si legge tra gli azionisti della corazzata Michele Amari srl, controllata al 99,98% dalla lussemburghese Statuto Lux. E nemmeno come amministratore. Però proprio dentro quella scatola, la società che prende il nome dalla via del suo primo immobile acquistato, si trovano tutti gli asset di Statuto. Il bilancio 2004 del gruppo registra un giro d’affari per 510 milioni e un indebitamento pari a 390 milioni. I creditori sono soprattutto banche: da SanPaolo Imi a Unicredit, da Pop. Milano a Popolare dell’Emilia-Romagna. Da alcuni istituti comunque percepisce anche un affitto, così il debito cala. Tra gli affittuari, come riportava Il Sole- 24 Ore, figura anche la Deloitte & Touche, società che da quasi 5 anni certifica i bilanci della Michele Amari srl.
Sul fronte immobiliare il gruppo Statuto conquista posizioni su posizioni. Soprattutto a Milano. A parte l’acquisto dell’hotel Danieli a Venezia, le imprese dell’immobiliarista stanno lavorando a un grande progetto: il riassetto urbanistico nell’area dei Navigli. Grandi manovre anche a Rozzano, nell’hinterland del capoluogo lombardo: lì dovrà sorgere un maxi complesso commerciale in partnership con Finivest. Da tre anni inoltre ha creato una joint venture immobiliare con Lehman Brothers.
Infine l’aspetto politico. Come riporta il sito Affari Italiani, circola a Roma una voce: Luca di Montezemolo starebbe lavorando per dividere il fronte pro-Ricucci. E così sono in corso trattative tra Confindustria e Statuto, che potrebbe “mollare” lo scalatore del Corriere e il numero uno di Confcommercio e Confimmobiliare, Sergio Billè, per passare con Confimmobiliare, quindi entrare nel salotto buono.
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