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STM NEL 2001: CHI LO VEDE IN CRESCITA E CHI NO

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Sul futuro di STMicroelectronics in borsa, le opinioni degli analisti interpellati da WallStreetItalia sono discordanti. Ieri a Milano il titolo ha chiuso in ribasso a €42,95, nel giorno della presentazione dei dati di bilancio del primo trimestre 2001 che si sono rivelati positivi ma che per la società italo-francese che produce semiconduttori hanno confermato le ombre per il resto dell’anno.

“Non mi meraviglierei se quest’estate vedessi la quotazione a €20 – dice Erasmo Paolella di Cofimo Sim – il titolo per sei mesi è salito, fino a €65-€70; oggi è in una fase ribassista, con una successione di minimi e massimi che però risultano sempre inferiori ai precedenti massimi. Inoltre il titolo non riesce a superare quota €43, che è il vecchio supporto. Ci ha provato tre volte negli ultimi dieci-quindici giorni inutilmente; se dovesse avere successo e superare questa quota, converrebbe aspettare una decina di giorni per testarne il consolidamento e poi magari pensare a metterci dei soldi”.

La posizione di Paolella è la più estrema in chiave ribassista; per Donatella Principe di Banca Popolare di Vicenza il titolo può invece riprendersi fino a €50: “a quel livello sarebbe ben prezzato – afferma – e anzi se il ciclo economico dovesse riprendersi, lo vedrei anche a €55”.

Anche un operatore di una Sim straniera che preferisce non essere citato reputa eccessivo l’ipotetico dimezzamento del valore del titolo: “ormai – dice – il prezzo è allineato ai vari downgrade che negli ultimi mesi si sono moltiplicati sul settore dei semiconduttori, non ultimo quello di Lehman Brothers; piuttosto ritengo che sia stato già raggiunto il fondo, e che stia per scattare un upside”.

Dresdner Bank il mese scorso ha emesso il rating “Hold” (tenere) sul titolo e ha fissato un target price a $33,18, poco più di €37.

Mentre per Antonio Ranieri, analista di Uniprof, il titolo può essere acquistato a €40, immaginando “che i profitti nel 2001 siano almeno pari a quelli del 2000”.






I 10 MAGGIORI PRODUTTORI DI SEMICONDUTTORI

I 10 MAGGIORI
PRODUTTORI DI SEMICONDUTTORI

AZIENDA

GUADAGNO
2000

MARKET
SHARE

CRESCITA
% 2000

Intel

29.2 mld di dollari

13.4%

11.0%

Toshiba

11.2 mld di dollari

5.0%

47.2&

NEC

11.0 mld di dollari

5.0%

20.3%

Samsung

10.8 mld di
dollari

4.9%

51.6%

Texas Instruments

9.1 mld di
dollari

4.1%

27.8%

Motorola

8.0 mld di dollari

3.6%

25.1%

STMicroelectronics

7.8 mld di
dollari

3.6%

55.0%

Hitachi

7.2 mld di dollari

3.3%

31.1%

Hyundai

6.8 mld di dollari

3.1%

42.6%

Infineon
Tech.

6.7 mld di dollari

3.0%

28.6%

Cosa c’è alla base di tanta disparità nelle previsioni? Sostanzialmente l’elevata volatilità del titolo, che gli operatori sono concordi nel considerare uno di quelli da trading per eccellenza: “uno di quelli – sostiene Paolella – che per assurdo una settimana possono arricchirti e quella dopo metterti a terra”. Eppure fino a oggi i fondamentali si sono rivelati buoni, “ottimi, e ingiustamente penalizzati dal mercato”, come sottolinea Daniele Tolusso, trader di Uniprof.

“Per cercare di capire cosa penalizza il titolo in borsa – dice l’analista di una banca italiana –bisogna ricordare che STMicroelectronics lavora molto sui volumi, cioè sulla quantità di semiconduttori che riesce a produrre e vendere; questo di per sé non è un fattore negativo. Anzi – specifica l’analista – vendendo prodotti di qualità a prezzi competitivi, nel giro di due anni l’azienda ha recuperato grosse quote di mercato; il problema si presenta in modo evidente quando, come oggi, il rallentamento economico influisce proprio sui volumi”.

Giovedì la società riportato un fatturato per il primo trimestre 2001 in aumentato del 12,9% a $1,921 miliardi dai $1,702 miliardi del primo trimestre 2000. Il margine lordo è stato pari al 44,5% del fatturato, in crescita rispetto al 42,1% dello stesso periodo dello scorso anno. L’utile netto è aumentato del 43% a $340,8 milioni rispetto ai $238,4 milioni del primo trimestre 2000.

Ciò non ha impressionato il mercato che, invece di prendere spunto dall’andamento rialzista del titolo già impostato alla vigilia, ha spinto le quotazioni verso il basso soffermandosi sulla lettura delle previsioni per il 2001, impastoiate nelle lentezze di un ciclo economico che stenta a riprendersi.

Il numero uno della società, Pasquale Pistorio, ha detto che “la correzione del mercato probabilmente continuerà per buona parte dell’anno in corso. La sua durata è strettamente legata alla situazione macroeconomica, soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone, ma anche a questioni specifiche dell’industria quali capacità produttiva in eccesso e livelli troppo elevati delle scorte”.

Inoltre, Pistorio ha detto che prevede un calo della domanda di semiconduttori del 10%-15% quest’anno, contro una crescita del 40% l’anno scorso.

Pistorio ha ammesso di aspettarsi “condizioni difficili per le nostre attività”, ma ha anche aggiunto di aver “fiducia nella nostra capacità di continuare a far meglio del mercato in misura significativa”.

Sullo sfondo, osservano gli operatori, c’è il fallimento del just-in-time, cioè la mancata capacità di adattamento repentino a una domanda differente. La conseguenza sta nel sovraccarico delle scorte in magazzino. “E’ vero che gli ultimi dati provenienti dall’America sono stati in questo senso positivi e hanno chiarito che le scorte stanno rientrando – riconosce l’analista di Popolare Vicenza – tuttavia un solo dato non è sufficiente ad assicurare un’inversione di rotta; di fatto, il rapporto tra scorte e vendite mostra ancora forti elementi di criticità”.

A questo fattore-zavorra fa da compensazione la capacità di diversificazione produttiva di STMicroelectronics. I semiconduttori prodotti dalla società finiscono non tanto nei pc, quanto soprattutto nei telefonini, nelle stampanti, nei sistemi audio e video, nelle automobili, nelle smart card e persino nei frigoriferi.






GUADAGNI STMICROELECTRONICS E SETTORI DI PRODUZIONE MICROPROCESSORI

                           GUADAGNI
STMICROELECTRONICS NEI SETTORI DI PRODUZIONE MICROPROCESSORI

Telecomunicazioni

Beni
di consumo

Computer

Industriale

Automobilistico

29%

26%

2%

14%

9%

Fonte:STMicroelectronics

Il 5 marzo scorso, per esempio, STMicroelectronics ha completato l’acquisizione delle attività di elettronica di consumo di Ravisent Technologies. In questo modo la società ha aggiunto un tassello nella produzione di chip cosidetti embedded, cioè incorporati, per applicazioni multimediali digitali, compresi i Dvd, i decoder e la Tv digitale.

“La scarsa dipendenza dal comparto dei pc – dice Ranieri – comporta una limitata esposizione all’andamento dei semiconduttori sul mercato americano, anche se poi il mercato finisce per fare di tutta l’erba un fascio”. Non a caso tra i principali clienti di STMicroelectronics si contano Ericsson, Siemens, Nokia, Alcatel, Fujitsu, Samsung, Televideo, oltre a Ibm, Xerox, Hewlett Packard, Ford, DaimlerChrysler, Pioneer e Sony.

Nel primo trimestre 2001 le applicazioni nel settore telecomunicazioni hanno realizzato la crescita più forte su base annua, aumentando del 35,8%; il settore automobile del 12,3%; quello computer dell’8,2%; l’industriale e altri, comprese le smart card, del 17,5%. Il fatturato proveniente dall’elettronica di consumo digitale è diminuito dell’11,4% rispetto al primo trimestre 2000, riflettendo appunto condizioni persistenti di scorte in eccesso e un brusco calo nella domanda dei consumatori, particolarmente negli Stati Uniti.

Dal punto di vista delle aree geografiche di vendita, l’Europa ha registrato la crescita più forte, aumentando del 19,9% in confronto al primo trimestre 2000 e ottenendo anche una crescita sequenziale rispetto al quarto trimestre 2000. L’Asia/Pacifico è cresciuta del 15,3% su base annua, il Giappone del 32,8% e i Mercati Emergenti dell’89,1%. Le Americhe hanno registrato un calo del 15,2%, in linea con il ciclo negativo dell’economia statunitense.

Nel secondo trimestre 2001 STMicroelectronics stima un fatturato fra gli $1,65 miliardi e gli $1,8 miliardi: il dato sarebbe inferiore agli $1,88 miliardi conseguiti nel secondo trimestre dello scorso anno, ma porterebbe il fatturato della prima metà del 2001 a un livello pari o leggermente superiore alla prima metà del 2000.