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Stiglitz: austerity provocherà una seconda recessione

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Roma – Un severo monito contro l’Europa, un appello che si unisce al coro di tutti quegli economisti, Paul Krugman compreso, che chiedono all’Europa di smetterla con le misure di austerity. Intervistato dal “The European” questa volta a dire che l’Europa sta sbagliando tutto è Joseph Stiglitz, anche lui come Krugman Premio Nobel per l’economia.

“L’austerity di per sé sarà quasi sicuramente disastrosa, e ci sta portando a una recessione double dip che potrebbe rivelarsi piuttosto grave. Probabilmente la crisi dell’euro peggiorerà e nel breve termine le conseguenze saranno molto negative per l’Europa”, spiega Stiglitz. Che non risparmia poi critiche nei confronti di Mario Draghi, che recentemente ha fatto capire che non è possibile ridurre il debito, come scrive The European, senza tagliare fondamentalmente i costi del welfare nel lungo termine.

“Ma è assurdo – afferma Stiglitz – La qustione della protezione sociale non ha nulla a che vedere con la struttura della produzione. Ha a che fare con la coesione sociale o la solidarietà. Ecco perchè sono molto critico anche nei confronti di quanto ha detto Draghi, (numero uno della Bce), secondo cui la protezione sociale dovrebbe essere eliminata. Non ci sono basi per suffragare questa tesi. I paesi che stanno andando molto bene in Europa sono quelli scandinavi. La Danimarca è diversa dalla Svezia, la Svezia è diversa dalla Norvegia, ma tutte queste economie dispongono di una protezione sociale molto forte e stanno tutti crescendo. Il suggerire che la crisi possa essere risolta diminuendo la protezione sociale riguarda quell’1% che dice “Dobbiamo afferrare la fetta più grande della torta”. Ma se non è la maggioranza delle persone a beneficiare della torta economica, allora il sistema è fallimentare. Non voglio parlare più del Pil, voglio parlare di quanto sta accadendo alla gente”.

Stiglitz rimane pessimista sul futuro della crisi in tutto il mondo. “Se le mie stime sulle conseguenza delle misure di austerity sono corrette, assisteremo a un nuovo round di movimenti di proteste. Abbiamo avuto una crisi nel 2008. Ci troviamo al quinto anno della crisi e non abbiamo risolto nulla. Non c’è neanche una luce alla fine del tunnel”. Alla domanda se la situazione debba diventare molto negativa prima di migliorare, l’economista risponde: “Temo di sì”.

Ma qual è la radice della crisi? Il Premio Nobel: la diagnosi è che è la politicai all’origine dei problemi. E’ lì (nella politica) che si decidono le regole del gioco, è in quell’ambito che si decide a fabore di politiche che favoriscono i riscchi e che hanno permesso al sistema finanziario di ammassare un enorme potere economico e politico.

Sugli Stati Uniti, il paese “è divorato dai parassiti“. Di fatto “stiamo facendo fronte a una transizione molto difficile da una economia manifatturiera a una dei servizi, e abbiamo fallito nel garantire che tale transizione avvenisse facilmente. Se non correggeremo quello sbaglio, pagheremo un prezzo molto alto. Siamo già in presenza dell’americano medio che sta soffrendo a causa di quella transizione fallita”.

“La mia preoccupazione è che abbiamo messo in moto un’economia avversa e da una politica avversa”. Stiglitz aggiunge infatti che gran parte delle ineguaglianze esistenti negli Stati Uniti sono causate da situazioni di monopoli, dalla spesa militare, dalle industrie estrattive.

“Abbiamo alcuni settori economici molto buoni, ma anche molti parassiti. La speranza è che l’economia possa crescere nel momento in cui ci liberiamo dei parassiti e ci concentriamo sui settori produttivi. Ma in ogni malattia c’è sempre il rischio che i parassiti divorino le parti sane del corpo.

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