(WSI)- Nella giornata di ieri abbiamo continuato a vedere le conseguenze della crisi civile il Libia. Il mercato è stato mosso ancora dall’avversione al rischio, che ha portato ad assistere a vendite sull’azionario, mentre sul mercato valutario e delle commodities abbiamo assistito a forte volatilità, la quale ha portato l’eurusd sui prezzi di inizio febbraio e ha fatto segnare nuovi massimi relativi al petrolio ed ai metalli.
Questo, come sappiamo, è il quadro all’interno del quale dobbiamo muoverci, e crediamo che fino a quando qualcosa di nuovo non succederà (i prezzi hanno già iniziato a scontare tutta questa situazione) possiamo cercare di concentrarci anche su eventi economici che dobbiamo, giocoforza, appuntare sul nostro taccuino di viaggio. Parliamo delle tanto attese minute del meeting della Bank of England, pubblicate ieri mattina, le quali hanno portato delle novità rispetto all’ultimo meeting.
Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che durante la penultima riunione del MPC, i voti a favore di un rialzo dei tassi di interesse sono stati due, contro sette pareri contrari. Questa volta invece, ai soliti Sentance e Weale, si è unito il membro Dale (a sorpresa, in quanto le previsioni spingevano per Charles Bean), portando così il numero di votanti a favore di un rialzo a 3.
Non solo, Dale e Weale hanno proposto un ritocco di 25 punti base, mentre Sentence ha votato per 0.50%. Oltre a questo, c’è da notate come Mr. Posen abbia mantenuto la sua idea di alzare il QE di altri 50 miliardi di sterline. Uno statement senza ombra di dubbio hawkish, all’interno del quale si ribadisce come le pressioni a rialzo sull’inflazione abbiano di molto superato quelle a ribasso, che potrebbero essere la diretta conseguenza del rallentamento ulteriore dell’economia inglese in atto. La reazione del cable sul dato si è fatta sentire e c’è stato il tentativo di raggiungimento di 1.6300, non riuscito per ora a causa di questa diatriba tra crescita e inflazione che si sta vivendo.
GbpUsd – grafico 4 ore
La price action ci fa capire come gli investitori stiano scommettendo su un rialzo, prima di BCE, Fed e sicuramente BoJ, che però potrebbe non avvenire fino al secondo trimestre del 2011, in quanto l’istituto centrale potrebbe voler monitorare gli ultimi dati macro, che saranno in grado di farci capire se il rallentamento che abbiamo visto sul GDP del Regno Unito sul finire dell’anno ‘è stato un episodio o invece sarà da considerare come sintomo di qualcosa di più serio.
Certo è che la situazione non è delle più rosee, in quanto i tagli sui posti di lavoro del settore pubblico potrebbero far sentire i propri effetti sulle spese dei consumatori, cosa che può scendere ulteriormente a causa dell’aumento del VAT (la nostra IVA). Teniamo in considerazione il fatto che di fronte a questa bilancia, dove su un piatto abbiamo la fiammata a rialzo del cable sui toni hawkish della BoE e quindi investitori che si aspettano un rialzo dei tassi, e sull’altro abbiamo i problemi legati alla ripresa economica (che sarebbero amplificati da tassi maggiori), la sterlina potrebbe riservarci delle sorprese, facendo prevalere la forza dei tori.
Passiamo al consueto sguardo tecnico sulle valute.
L’eurodollaro, seppur non sia particolarmente variato rispetto a ieri mattina, ha però mostrato una leggera pressione rialzista in grado di andare a raggiungere e superare, di qualche punto, il massimo di riferimento intermedio a 1.3750. Questo di fatto ci avvicina di nuovo alla parte alta di quell’ampio canale che stiamo osservando da giorni. La massima attenzione è ora concentrata quindi verso 1.3850 per osservare, se i prezzi dovessero raggiungerlo, una ripresa di una tendenza definita o meno.
Niente da fare per il cambio UsdJpy. Ciò che abbiamo già intuito ieri, con la rottura definitiva di 83, si sta verificando: abbiamo avuto infatti una rapida (al momento attuale sono 7 candele giornaliere negative in 8 giorni discesa) in grado di mostrare nuovamente 82 figura, dopo giorni di configurazione rialzista, andando a rientrare di fatto all’interno della tendenza a ribasso di medio-lungo periodo. Non sembra così lontano dalla realtà un ritorno, a questo punto, sui minimi del cambio visti tra dicembre ed inizio febbraio in area 81-81.10.
I due scenari sopra descritti non hanno favorito il cambio EurJpy che ha abbandonato così definitivamente la linea di tendenza che già ieri abbiamo visto perdere importanza. La situazione attuale crediamo possa facilmente riportare all’attualità l’importante area di supporto di 112, risultata utile in varie occasione nella prima metà di febbraio per invertire in entrambe le direzioni un inizio di tendenza.
Osserviamo ora il cable che sembra ancora oggi l’unico cambio, fra le major, a rispettare una tendenza ben definita. In questo caso parliamo di tendenza positiva, grazie al supporto di una trendline con origine ai primi giorni di gennaio, in grado per le prossime ore di consegnarci un preciso livello di supporto a 1.6130. Dispiace ripetersi, ma la conferma del raggiungimento di ieri ne testimonia la validità, il più importante livello di resistenza gravita attorno a 1.6280, livello che se rotto possiamo ipotizzare possa imprimere ai prezzi una buona forza a salire.
La situazione grafica del cambio GbpJpy è del tutto simile a quella dell’EurJpy, con una rottura oramai compiuta di quella linea che con successo è stata utilizzata come tendenza da settimane a questa parte. Il più importante livello di supporto ora si trova a 133, particolarmente vicino quindi: una definitiva rottura di questo porterebbe al primo livello indicato dai ritracciamenti di Fibonacci, a 131.70 (il 38.2%), dove peraltro transita la media di lungo (100 exp) su un grafico giornaliero.
Diamo ora un aggiornamento sulla moneta elvetica, che continua a mostrare la propria forza.
Il Cambio UsdChf ha continuato e continua tuttora la propria rincorsa ribassista andando a registrare il novo minimo storico al di sotto di 0.93, per il momento fermandosi a 0.9275. Si allontana sempre di più il livello utile di 0.95 e la tendenza appare così solida da non lasciare spazio all’interpretazione. Per assistere ad una rallentamento forse potrebbe essere utile osservare la situazione del franco nei confronti della moneta unica.
Il cambio EurChf, oltrepassato anche 1.28, punta ora diritto a 1.2730. Questo sarà il livello in grado di considerare questo movimento qualcosa di più di una semplice inversione. Oltre a risultare dalle ipotesi di percentuali di Fibonacci come l’ultimo livello utile (dell’ultima tendenza rialzista compiuta dai prezzi fra metà gennaio e metà febbraio), non dobbiamo dimenticare come abbia, a cavallo tra dicembre e gennaio, funzionato perfettamente da livello statico di resistenza.
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