ROMA (WSI) – Sono sempre meno e più piccole le start-up italiane. Secondo una ricerca pubblicata dalla Voce, la crisi ha colpito in maniera significativa la natalità delle imprese italiane. A poco o a nulla sono servite le misure di sostegno all’imprenditoria.
Dal 2008, anno in cui l’economia italiana è entrata in recessione – si legge nell’articolo – è costantemente diminuito il numero di iscrizioni alle camere di commercio: nel 2013 sono state circa 72mila le società di capitali nate nel 2013, circa il 75 per cento delle 96mila iscritte nell’anno e in aumento dell’11,8% rispetto all’anno precedente.
L’incremento è stato favorito dalla creazione delle srl semplificate: hanno scelto questa nuova forma giuridica 16mila imprenditori nel 2013 e quasi 14mila nei soli primi sei mesi del 2014, circa un terzo del totale delle nate.
Nonostante ciò, il livello delle nascite inferiore a quello del 2007, in cui si contavano 81mila nuove imprese.
Non solo. Oltre ad essere meno, la crisi sembra aver rimpicciolito le dimensioni delle start-up. Secondo la ricerca pubblicata dalla Voce, nel 2013 sono solamente 26mila nuove società avevano un capitale superiore a 5mila euro, il 36 per cento del totale delle iscritte, a fronte delle 59mila del 2007 (73 per cento delle iscritte). Sono invece in forte aumento le 38mila le start-up con meno di 5mila euro di capitale versato, in salita rispetto alle 14mila osservate prima della crisi. (mt)
Fonte: La Voce