Economia

Stangata mutui: rate più alte e meno garanzie per i giovani

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Il rialzo dei tassi di interesse gonfia la rata dei mutui e riporta in voga la surroga: una soluzione che consente di estinguere il residuo del mutuo presso una banca diversa e di accedere a condizioni più convenienti.

Dopo mesi in cui le richieste rappresentavano solo il 10%, a settembre la surroga è salita al 16% e all’inizio di ottobre ha registrato ben il 20% delle richieste. È quanto segnala l’Osservatorio MutuiSupermarket.it, il motore di ricerca e comparazione mutui gestito da FairOne spa, aggiungendo che oggi è il momento giusto per surrogare solo per chi ha un mutuo a tasso variabile in netta risalita e cerca una “scudo” dall’aumento incontrollato ma inevitabile dei tassi di interesse.

Accanto all‘aumento della domanda di mutui surroga, emerge con forza anche un altro fenomeno che riguarda il nodo della garanzia di Stato. In questi primi giorni di ottobre, la domanda dei giovani sta registrando un calo sensibile scendendo al 38% del totale delle richieste, il minimo di quest’anno. Il motivo è semplice: è prossima la scadenza delle agevolazioni fiscali, che consentono ai più giovani di non pagare imposte sulla compravendita della prima casa. In assenza di una proroga da parte del prossimo governo, cesseranno alla fine del 2022. Da Osservatorio Supermarket osservano:

“Nonostante l’aggiornamento delle soglie TEG per l’erogazione dei mutui Consap da parte di Banca d’Italia  rispettivamente per il fisso 3,20% e per il variabile 2,64%, il costo del denaro è tale che l’offerta di mutui a tasso fisso con la garanzia consap è stata sospesa. Al momento attuale sono presenti solo offerte a tasso variabile con garanzia conap da parte di Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole, Banco BPM, BPER Banca e Credem“.

Banche: le novità di ottobre sui mutui

Sul fronte bancario, tra le novità del mese di ottobre:

  • Crédit Agricole ha rimodulato la struttura dello spread in funzione di durata e Loan-To-Value con una riduzione media degli spread di 13 punti base, ha aumentato lo spread sui mutui a tasso variabile con cap di 5 punti base e le soglie cap di 35 punti base;
  • Sella ha aumentato i tassi fissi fino a 10 punti base;
  • BPER ha incrementato i tassi fissi da 5 a 25 punti base, ha ridotto lo spread sui variabili da 10 a 20 punti base e lo spread sui variabili con cap fino a 10 punti base;
  • BNL ha aumentato lo spread sui tassi variabili da 10 a 25 punti base;
  • Intesa Sanpaolo ha accresciuto i tassi fissi di 70 punti base, lo spread sui mutui a tasso variabile con cap di 45 punti base e le soglie cap di 120 punti base;
  • ING e ha aumentato lo spread a tasso fisso fino a 20 punti base e ha ridotto lo spread sui mutui a tasso variabile di 40 punti base.

Osservatorio MutuiSupermarket.it commenta:

“Questo scenario induce i mutuatari a decidersi in fretta, prima che i tassi d’interesse diventino insostenibili. Quanto alle compravendite, nel II trimestre 2022 hanno registrato una crescita dell’8,6% rispetto allo stesso trimestre del 2021, in rallentamento rispetto al +12% del I trimestre dell’anno. Le erogazioni hanno rallentato la decrescita segnando un -5,1% sul medesimo trimestre 2021, rispetto al -8,2% del I trimestre. Si prevede un peggioramento di questi dati nel terzo e quarto trimestre dell’anno in conseguenza del calo di domanda di mutui pari a -23,4%, registrato da Crif nel I semestre 2022″.

Analisi degli indici di riferimento

La media delle rilevazioni mensili dell’indice di riferimento per i mutui a tasso fisso IRS a 20 anni nel mese di ottobre 2022 registra un aumento dello 0,16% attestandosi a 2,71% (il minimo negli ultimi dodici mesi è stato registrato a agosto 2021 a 0,26%). L’analogo indice per i mutui a tasso variabile nel mese di ottobre 2022 registra una media di 1,19% in aumento dello 0,18% (il minimo è stato registrato a dicembre 2021, -0,58%).

A livello nazionale si nota che la finalità acquisto si è consolidata al 76% del totale complessivo delle domande con una ripresa della surroga che raggiunge il 20%. Il tasso più richiesto è il fisso, salito al 76%, a discapito del variabile che è sceso al 18%. Il variabile con cap, si attesta al 12%. Per ora il 34% delle richieste è riconducibile alla fascia d’età dei giovani under-36.