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Spread Italia: punto e a capo, vicino ai massimi assoluti

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Torna l’incubo del 9 novembre 2011: allora l’Italia era sotto attacco da giorni, oggi il fenomeno si ripete. In quelle ore lo spread Italia-Germania sui titoli a 10 anni (Btp e bund) tocco’ il massimo assoluto a quota 575; i rendimenti del Btp decennale schizzarono in zona di massimo allarme e nuovo record storico dai tempi dell’euro: il 7,48%, mentre i tassi a 2 anni volarono al 7,41% e quelli a 5 anni aumentarono fino al 7,30%. Il rischio Italia, misurato dai CDS a 5 anni (credit default swap, ovvero contratti per assicurarsi contro il rischio default di un paese) era salito a quota 570. Un altro record.

La caduta del governo Berlusconi sembro’ innescare l’inizio di un trend discendente per il differenziale tra i rendimenti a 10 anni italiani e tedeschi. Ma dopo qualche mese si nota che la fase ribassista dello spread è stata solo una parentesi.

Oggi siamo quasi punto e capo. E’ il 23 luglio 2012 e lo spread Italia-Germania, che già venerdì 20 luglio ha testato quota 500 punti base, supera quota 525 punti base. Spazzata via, esattamente dopo un mese, l’illusione di venerdì 20 giugno – il giorno successivo agli annunci del summit del Consiglio europeo – quando per lo spread Italia-Germania si concludeva la migliore seduta da settimane. Il differenziale, un mese fa – ma sembra sia passato un secolo – chiudeva a 414,75 punti base e il tasso sui BTP a 10 anni scendeva al 5,80%.

Panorama completamente diverso quello degli ultimi giorni. I motivi sono diversi e portano il riacuirsi delle tensioni per il futuro della Spagna – sempre più nel mirino degli speculatori – ma anche per quello l’Italia, visto che il mercato nutre dubbi su cosa accadrà il prossimo anno, e in ogni caso cosa accadrà nella fase post-Monti. Nei primi minuti della sessione odierna il differenziale supera i 522 punti e il tasso sui BTP a 10 anni è a un passo dal 6,40%. Incredibile balzo dei tassi a due anni, con +18,71% al 4,68%, mentre i rendimenti a cinque anni fanno +6,66% al 5,95%.

In questo contesto, c’è chi si chiede se, per la salute dello spread, non sia alla fine meglio indire elezioni a novembre. Dopo la luna di miele con la stampa internazionale, il governo Monti fa fronte a più critiche. L’ultima è quella delFinancial Times che avverte chiaramente il Presidente del Consiglio sul fatto che il tempo “sta per scadere” e che lo invita a “dire la verità” agli italiani se non vuole che il successo dell’ultimo summit di Bruxelles si trasformi in una “vittoria di Pirro”, così come è accaduto a Mariano Rajoy, il premier spagnolo.

Intanto, i numeri parlano da soli e non sono affatto confortanti: spread Italia-Germania solo -0,79% dall’inizio del 2012, mentre rispetto allo stesso periodo dell’anno è superiore +103,19%. Spread Italia-Germania a 2 anni -4,13% da inizio 2012, +110,77% su base annua.