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Spending review: stallo al senato, in bilico gli 800 milioni a Comuni

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Roma – Impasse in Senato nei lavori della commissione Bilancio sul decreto spending review, frenati dalla difficoltà di sciogliere gli ultimi nodi, a partire da quello dei Comuni.

L’esame degli emendamenti, dopo la seduta notturna, sarebbe dovuto riprendere alle 9.30 ma non è ancora ripartito, mentre va avanti il confronto tra governo e maggioranza sulle modifiche da definire.

Oggi dovrebbe essere l’ultimo giorno utile per il via libera della commissione – atteso già per ieri – perchè intanto l’approdo in Aula è stato rinviato a domani.

In commissione Bilancio i lavori sono quindi in stallo, mentre i relatori stanno lavorando a un emendamento per allentare i vincoli di cassa nel patto di stabilità interno, andando incontro alle richieste dei Comuni.

Per Regioni, Provincie e Comuni il calo degli investimenti statali è stato vicino al 20% in due anni. Un emendamento al dl, a firma dei relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), prevede la distribuzione delle risorse attraverso le Regioni. Alla Sicilia contributo di 171,5 milioni.

Ma i problemi non sono solo sugli enti locali, e tra le questioni ancora da risolvere c’è anche il tema della spesa farmaceutica, sebbene ieri sera sull’argomento sia stata presentata una proposta di modifica dei relatori.

Sempre in tema di tagli, le tredicesime non saranno toccate, ma ci sono pubbliche amministrazioni che faticano a pagare gli stipendi. Ieri l’Anci ha lanciato un avvertimento sui pagamenti dei dipendenti pubblici. Nello specifico per i lavoratori comunali sono a rischio le buste paga di agosto.

L’analisi della Corte dei Conti

“L’andamento delle spese dello Stato – ha spiegato Giampaolino in audizione alla commissione Bilancio della Camera – si inquadra in una situazione dei conti pubblici che, nel generale declino degli investimenti, vede una distribuzione diseguale di questa tendenza: con le amministrazioni centrali meno colpite dagli effetti di contenimento e, invece, le amministrazioni locali (ormai titolari di oltre il 70%degli investimenti pubblici) molto esposte a vincoli e restrizioni e che, nel conto che ricomprende regioni, province e comuni, mostrano nel biennio 2010-11 una diminuzione vicina al 20%”.

Nel 2011, ha precisato il presidente della Corte dei Conti, gli investimenti fissi lordi dello Stato hanno segnato un aumento del 12,3%, “che ha consentito solo in parte di recuperare la netta flessione del 2010 (-18,6%)”. “Molto netta risulta”, peraltro, ha aggiunto, la riduzione della complessiva spesa in conto capitale dello Stato che, nel biennio 2010-11, cumula una caduta dei pagamenti vicina al 40%. Al netto della contabilizzazione dei proventi relativi alla vendita dei diritti di uno selle frequenze radio elettriche (che la contabilità nazionale non considera tra le entrate ma, allo stesso modo delle dismissioni immobiliari, come minore spesa in conto capitale), la flessione nel biennio si riduce al 26% (-7% nel solo 2011). È inoltre vicina al 45% la diminuzione dei trasferimenti in conto capitale alle imprese, mentre i trasferimenti agli enti pubblici (essenzialmente alle amministrazioni locali) risultano ridotti in due anni di circa il 28%.