(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro venerdì si è assistito ad un aumento dei tassi di mercato, nonostante il calo dei principali listini azionari europei, soprattutto sul breve. In lieve aumento gli spread su alcuni titoli periferici. Nel corso del week end si è tenuto a Toronto l’incontro tra i capi di stato e di governo delle principali 20 economie mondiali (che rappresentano l’85% del Pil mondiale).
L’unico punto fermo è stato la decisione dei leader di appoggiare il piano di riduzione dei deficit di bilancio. Le economie avanzate cercheranno di dimezzarli entro il 2013 e stabilizzare il rapporto debito/Pil entro il 2016. Per il resto il comunicato richiama alcuni intenti comuni ma senza linee precise.
Il G20 si è impegnato a mantenere gli attuali piani di stimolo ed a intraprendere misure comuni per sostenere il recupero della crescita, che viene ancora giudicato come fragile e diversificato tra i vari paesi. Il presidente Usa Obama ha dichiarato che gli altri paesi devono aumentare la domanda domestica poiché “nessuna nazione deve ritenere che il sentiero verso la prosperità passi dalle esportazioni negli Usa”.
Le banche dovranno raccogliere ulteriore capitale in misura “significativa” allo scopo di rafforzare il sistema finanziario e scongiurare una nuova crisi come quella del 2008. L’ammontare del capitale proprio dovrà essere maggiore rispetto al passato e di qualità superiore, anche se non c’è ancora un’intesa su cosa costituirà capitale. A partire dal 2012 saranno applicate in misura graduale le regole di Basilea 3.
Un accordo finale in tal senso sarà raggiunto alla riunione di novembre quando il comitato di Basilea proporrà un piano di implementazione. Nell’attuale riunione non è stato neppure raggiunto un accordo su una tassa globale sulle banche. Ogni paese potrà decidere in misura autonoma. Riassumendo nell’incontro è risultato evidente il compromesso tra le differenti visioni degli Usa e dell’Europa.
Gli Usa hanno avvertito che una riduzione troppo rapida dei deficit e della spesa potrebbe dar luogo ad un’altra recessione. L’Europa, in particolare la Germania, ha avvertito che un’operazione troppo lenta in tal senso potrebbe invece sostenere un carico di debito insostenibile, maggiori tassi di interesse ed anche default.
Sul fronte macro oggi è atteso il dato preliminare sui prezzi al consumo tedeschi che dovrebbero vedere nel mese di giugno un rallentamento su base tendenziale. Negli Usa i tassi di mercato sono calati venerdì con il tasso di mercato a due anni che si è avvicinato ai minimi storici. E’ stato rivisto al ribasso il Pil del primo trimestre al 2,7% annualizzato dal 3% della seconda lettura.
La revisione è dovuta in gran parte ad un minore contributo positivo dei consumi ed un maggiore contributo negativo delle esportazioni nette, non sufficientemente bilanciati da un maggiore apporto positivo delle scorte. Sul fronte macro oggi sono previsti i dati relativi ai redditi ed ai consumi delle famiglie di maggio. Venerdì le borse Usa hanno chiuso contrastate con il leggero calo del Dow Jones ed il rialzo del Nasdaq e dell’indice S&P500. Nel corso della settimana sono attesi vari dati macro, ma quelli principali relativi al mercato del lavoro di giugno saranno rilasciati venerdì prossimo.
Valute: nel corso della sessione asiatica si è assistito ad un apprezzamento dell’euro vs dollaro sulla scia delle decisioni del G20. Con l’apertura dei mercati europei l’euro è tornato però ad essere venduto, attestandosi sui livelli dello scorso venerdì. Per oggi le resistenze si collocano a 1,2410 e 1,25.
Durante la settimana da monitorare l’importante supporto collocato a 1,22. Secondo il Cftc la scorsa settimana gli speculatori hanno aumentato di circa il 14% le posizioni nette ribassiste sull’euro tramite l’utilizzo di future. Lieve deprezzamento dello yen durante la notte nonostante il calo della borsa giapponese. Verso euro il supporto si colloca a 109,50. Lo yuan cinese vs dollaro si colloca in prossimità dei massimi storici.
Materie Prime: chiusura di settimana positiva per le la maggior parte delle componenti dell’indice GSCI. Forte rialzo del settore energetico con il greggio Wti (+3,1%) tornato in prossimità dei 79 $/b sui timori legati all’inizio della stagione degli uragani nel golfo del Messico. Positivi metalli industriali guidati dal nichel (+1,8%). Tra i preziosi l’oro si riporta in prossimità dei massimi storici sopra quota 1250 $/oncia. Misti gli agricoli.
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