New York – I fondi hedge non aspettano di sapere se ci sara’ o no un’intesa con i creditori. A New York e Londra i manager dei veicoli di investimento ad alto rischio hanno iniziato a trarre profitto dai titoli di Stato greci, per evitare le eventuali perdite che deriverebbero dalla sempre più imminente conversione del debito bianco celeste.
Saba Capital Management, York Capital Management e CapeView Capital sono solo alcune dei gruppi che potrebbero essersi gia’ portati avanti, secondo quanto riferito da Bloomberg. Nessun commento ufficiale è trapelato, ma questo non cambia di una virgola la sostanza.
Mentre da Atene le trattative per lo scambio volontario dei titoli di Stato greco in mano ai privati sarebbero a buon punto, almeno secondo le notizie riportate dalla stampa – anche se molto sembra dipendere ancora dall’atteggiamento del Fondo Monetario Internazionale che insiste sul fatto che il taglio dovrà essere superiore al 50% – gli hedge fund sono entrati in azione.
Dalla ricostruzione avanzata dal giornale ellenico To Vima, lo scenario più probabile sarebbe quello che prevede un taglio del 50% sul valore nominale dei titoli, il che significa una perdita del 64% rispetto al loro valore attuale.
Per quanto riguarda il tasso che sarà applicato per i nuovi titoli, questo dovrebbe aggirarsi intorno al 4% per i primi 10 anni. Da questo scenario alcuni gestori hanno messo un punto fermo: sono pochi gli incentivi ad accettare uno scambio di questo tipo, pertanto hanno cercato di ottenere un rimborso completo.
Se però Atene si rifiuterà di pagare in toto, i creditori daranno battaglia: faranno scattare i credit default swap ossia gli strumenti finanziari destinati a coprire le perdite quando come in questo caso uno Stato fallisce, cioè non riesce più a onorare il rimborso del prestito. L’ex presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet ha cercato fino alla fine del suo mandato di evitarlo, in quanto avrebbe causato quello che lui ha definito un credit event.
La realtà oggi però racconta un’altra verità: i cds sulla Grecia a cinque anni suggeriscono che gli investitori sono già convinti del suo fallimento, sono più che raddoppiati da ottobre. Se però i cds dovessero scattare in avanti ulteriormente potrebbe arrivare il resto. Tanti operatori, gestori ed hedge aumenterebbero le loro posizioni contro le nazioni che sono più a rischio, l’Italia, il Portogallo e la Spagna.