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Spazio: la magnifica scoperta per testare teorie di Einstein

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NEW YORK (WSI) – Per la prima volta in assoluto gli astronomi sono riusciti a misurare la velocità di rotazione di un enorme buco nero, basandosi su due telescopi a raggi X. Le rilevazioni, che sono state pubblicate sul sito Nature, hanno preso in esame il buco nero che si trova al centro della galassia NGC 1365, dotato di una massa che dovrebbe essere quasi due milioni di volte quella del nostro Sole e distante circa 60 milioni di anni luce.

La misurazione dello “spin”, così come viene chiamato anche in italiano, è cruciale in quanto fornisce indicazioni cruciali su come il buco nero nasce e su come, in questo caso specifico, sia riuscito a raggiungere una enorme dimensione. Tale crescita ha conseguenze importanti per comprendere meglio lo spazio, visto che essa influenza anche l’evoluzione delle stesse galassie. Risultato di grande importanza anche per testare le predizioni della Teoria della Relatività Generale di Einstein.

L’esperimento è stato condotto da Guido Risaliti del centro di astrofisica Harvard-Smithsonian, attraverso i telescopi XMM-Newton e Nustar, quest’ultimo recentemente lanciato. “La velocità di rotazione del buco nero è una memoria, e rappresenta la storia passata del buco nero”, ha detto Risaliti.

“Le osservazioni di Nustar del buco nero al centro della galassia NGC 1365, insieme a quelle di XMM ci hanno permesso di affermare con certezza che quel ‘mostro’ ruota a una velocità elevatissima, vicina a quella massima consentita dalla Teoria della Relatività Generale di Einstein” ha continuato.