Economia

Spanair non vola più: alert per le compagnie aeree in Europa

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New York – Questa volta non è la crisi del debito sovrano a far tremare i polsi. Qui il capitolo del fallimento è già stato scritto. Qualche giorno fa ha chiuso i battenti la compagnia aerea spagnola, Spanair. Versava da tempo in gravi difficoltà finanziarie ma da venerdì scorso, 27 gennaio, ha smesso definitivamente di volare. Per gli esperti di mercato è una storia che racconta qualcosa di più di una società caduta in disgrazia; potrebbe essere la scintilla che riscriverà la mappa dei vettori in Europa.

Non è mai stato facile mandare a buon fine le trattative tra i giganti del cielo. I governi sono sempre stati riluttanti a salvare le compagnie in difficoltà. Eppure adesso che sono tante le spie rosse accese qualcosa di nuovo potrebbe accadere. Da Air France a KLM, da Deutsche Lufthansa a British Airways, fino a Sas, Aer Lingus, Tap non c’è vettore che non abbia annunciato drastici tagli al personale o strategie innovative per non essere costrette a restare a terra. Il punto chiave lo spiega John Strickland, analista esperto del settore avio di JLS Consulting: “I governi non hanno più i mezzi finanziari per sostenerle come in passato”.

E così i mercati si portano avanti. La scandinava Sas che aveva una quota dell’11% in Spanair rischia forti ripercussioni: il titolo sta già cedendo oltre nove punti percentuali oggi in Borsa. Mentre Vueling Airlines, la seconda più grande compagnia aerea di Spagna, è balzata del 18% a 4,80 euro. La low cost per eccellenza, l’irlandese Ryanair, si è già dichiarata propensa ad aprire nuove rotte verso la penisola iberica. In realtà in molte stanno valutando il da farsi dopo che l’Europa è ormai presidiata da tre grandi alleanze di vettori: Air France KLM, Lufthansa e IAG e British Airways e Iberia. E come stava cercando di fare Spanair è in Medio Oriente che si gioca la partita più decisiva.

Lì la defunta compagnia spagnola aveva allacciato trattative con Qatar Air, che poi non sono decollate. Se la storia avesse avuto un altro epilogo sarebbe nato il terzo vettore più grande d’Europa. L’amministratore delegato del vettore medio orientale Akbar Al Baker non si dà comunque per vinto. Qualche giorno fa da Heathrow ha annunciato che il gruppo sta ancora cercando opportunità. Sul mercato le scommesse sono aperte su Sas, proprietaria di Scandinavian Airlines, e sull’irlandese Aer Lingus finita nel radar di Etihad. Come tuonato da Michael O’Leary ad di Ryanair ci sono vettori che non vale la pena salvare. “Ovunque guardiamo vediamo un settore preoccupato: teme di implodere sulla falsa riga di Spanair. Tutto questo invece stimolerà la crescita di compagnie aeree a basso costo”. Come dire passeggeri allacciate le cinture, una Armageddon dei cieli potrebbe essere alle porte.