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Sorpresa: la cura a tutti i mali possono essere gli Eurobond

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Era il 5 dicembre quando, firmando un articolo sul Financial Times, Tremonti e Juncker proposero ufficialmente il lancio degli eurobond, un titolo di debito europeo che sostituisca quelli di paesi sovrani come la Spagna, i cui tassi sono ormai alle stelle. Allora nessuno gli diede retta, Germania in testa.

Ma l’idea potrebbe tornare in auge visto che la crisi perdura, le aste costano sempre piu’ care per i governi emittenti (che si avvitano cosi’ ulteriormente nel loro pantano) e la Ue – secondo quanto riferito dal Wall Street Journal – sta persino pensando di rimpinguare il fondo da 440 milioni messo a punto in occasione del salvataggio della Grecia.

Questa in sintesi la tesi sostenuta sulle pagine del quotidiano spagnolo La Vanguardia. “L’idea espressa qualche mese fa da alcuni utopisti inizia a farsi strada come unica alternativa al collasso dell’eurozona”, si legge nell’articolo. La creazione dell’eurobond potrebbe essere l’unico modo di fermare l’effetto domino nei mercati, che si e’ gia’ abbattuto su Grecia e Irlanda e ora minaccia seriamente il Portogallo, costretto ad affrontare aumenti vertiginosi del premio di rischio del debito nazionale.

Secondo Jose’ Reis, dell’Universita’ di Coimbra, l’eurobond puo’ ora contare su un appoggio sempre piu’ vasto in Portogallo. E’ questo, secondo Paul de Grauwe dell’universita’ di Leuven, il “segnale decisivo della possibilita’ di un compromesso per la gestione dell’unione”.

Una cosa e’ certa: c’e’ la percezione di una crisi esistenziale dell’eurozona e la proposta, lanciata a dicembre dal primo ministro lussemburghese Jean-Claude Junker e dal ministro delle finanze italiano Giulio Tremonti, di convertire la maggior parte del debito degli stati membri in debito europeo puo’ gia’ contare sull’appoggio dei vertici del Partito socialdemocratico, nella fattispecie degli ex ministri della Spd Frank Walter Steinmeier e Pier Steinbrück.

“L’eurobond era un’eresia fino a qualche mese fa, ora si puo’ dire che e’ la posizione ufficiale dell’opposizione tedesca”, ha osservato Thomas Klau dell’European council on foreign relations (Ecfr).