(9Colonne) – Roma, 21 set – Gli italiani favorevoli all’energia nucleare (37%) hanno ormai praticamente raggiunto la stessa percentuale di quelli contrari (38%). A vent’anni dal referendum che sancì per l’Italia l’abbandono di questa modalità di produzione di energia, oltre un italiano su tre si dichiara favorevole agli investimenti in energia nucleare, mentre restano contrari meno di quattro italiani su dieci. Uno su quattro ritiene di non essere in grado di esprimersi sulla questione. I dati sono stati forniti dall’Osservatorio Scienza e Società e presentati in anteprima al Convegno “The Future of Science” dedicato a “The Energy Challenge”. Si tratta perlopiù di un’inversione di tendenza recente: fino a quattro anni fa, oltre il 56% degli italiani era ancora nettamente contrario, mentre i favorevoli erano poco più del 20%. Secondo Massimiano Bucchi, professore di Sociologia della Scienza all’Università di Trento e tra i curatori dell’indagine, “nel cambiamento negli orientamenti pesano soprattutto la percezione della congiuntura economico-politica: la necessità di ridurre la dipendenza dai paesi produttori di petrolio è la prima motivazione dei favorevoli. Molto rilevante appare anche all’opinione pubblica il rischio di esaurimento delle attuali fonti di energia”. I timori sulla sicurezza degli impianti hanno in buona misura lasciato il passo alla preoccupazione per le risorse energetiche. Non a caso anche i contrari agli investimenti nel nucleare riconoscono comunque che vi sia per il nostro Paese – e più in generale a livello globale – un grave problema di approvvigionamento di energia. E sempre tra i contrari, poco più del 10% si oppone al nucleare perché ritiene questo tipo di centrali scarsamente sicure. Piuttosto vengono enfatizzati i rischi e le difficoltà dello smaltimento delle scorie prodotte dalle centrali e soprattutto i maggiori benefici offerti dalle fonti rinnovabili. I risultati completi dell’indagine sono disponibili sul sito web di Observa – Science in Society, www.observa.it
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