(WSI) – Una volta si diceva ci fosse una profonda differenza tra il Paese legale e il Paese reale. In parole semplici, molti erano convinti che il Palazzo non rappresentasse fedelmente gli italiani benché questi esercitassero democraticamente il loro diritto al voto. Probabilmente il concetto esprimeva una parte di verità, non tutta: le istituzioni erano cioè peggiori dei cittadini, ma non troppo.
Oggi abbiamo una certezza: il Paese reale non assomiglia al Paese descritto dai media. La dimostrazione è negli ultimi sondaggi che forniscono dati sconcertanti. Mentre giornali e tivù danno per spacciato il premier e la sua maggioranza sul punto di sgretolarsi, e parlano di una Patria sull’orlo del precipizio, derisa se non disprezzata in Europa e nel mondo, i risultati delle indagini demoscopiche dicono il contrario. Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare con titoli aggressivi in fase di continuazione del rialzo e difensivi in caso di volatilita’ e calo degli indici, basta accedere alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo ora: costa solo 76 centesimi al giorno, provalo ora!
Nel numero odierno del Giornale sono pubblicate varie tabelle, e il lettore può rendersi conto da sé che le cose stanno esattamente così. A titolo esemplificativo, cito che il 68,7 per cento degli elettori, sette su dieci, seguitano ad avere fiducia nel presidente del Consiglio. Una percentuale altissima, assai superiore a quella dei voti raccolti dal centrodestra alle consultazioni del 2008. Significa che anche parecchia gente «colpevole» di aver disertato le urne un anno e mezzo fa, tutto sommato considera il Cavaliere degno di rimanere a capo dell’esecutivo.
Altre cifre inducono alla riflessione. Riguardano le intenzioni di voto. Il Pdl sale al 38,1 per cento e la Lega al 9,9. Il Pd invece scende al 26,5 e i dipietristi si assestano all’8,4. Se il Parlamento si sciogliesse, e non ce lo auguriamo, e se fossimo chiamati anticipatamente nella prossima primavera ai seggi, il centrodestra di Berlusconi non avrebbe difficoltà ad aggiudicarsi ancora i numeri per governare. A proposito di governo, il sondaggio in questione è perentorio: il gabinetto in carica – criticatissimo e spernacchiato dall’opposizione – conquista un 54 per cento di giudizi positivi.
I dati insomma rivelano l’infondatezza dei motivi addotti dalla sinistra secondo i quali il premier e la sua compagine ministeriale dovrebbero andarsene a casa, favorire la composizione di una nuova maggioranza e la nascita di un esecutivo istituzionale con l’incarico di gestire l’emergenza e le riforme di sistema invocate dai catastrofisti di la Repubblica. La quale – insieme con i mezzi di comunicazione ad essa accodati – farebbe bene a meditare sul senso delle proprie campagne distruttive.
Lodo Alfano o non Lodo Alfano, Lodo Mondadori o non Lodo Mondadori, collaborazionismo delle toghe rosse o no, scandalo delle sottane o no, libertà di stampa o no, attacchi dall’estero o no, Silvio Berlusconi continua a riscuotere una quantità impressionante di consensi. I suoi avversari che gridano, quindi, sprecano fiato, come le penne, i microfoni e le telecamere impegnate nella demolizione di Silvio perdono tempo. Gli italiani non sono stupidi quanto qualcuno erroneamente pensa, ma valutano il premier con il metro oggettivo dell’operosità e dell’efficienza.
Si ricordi la sinistra: per battere il Cavaliere non bisogna sgambettarlo, ma fare meglio di lui e meritarsi più suffragi, se si è capaci.
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