Economia

Soluzione debiti: stati, emettete azioni Pil invece di bond sovrani

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Milano – L’idea, senza alcuna ombra di dubbio, è a dir poco originale. Ma è anche vero che non proviene da uno qualsiasi: a presentarla è infatti Robert Shiller, co-ideatore dell’indice sui prezzi delle case Usa S&P/Case-Shiller, economista e docente presso la Yale University, considerato tra i 100 economisti più influenti al mondo.

Shiller ha messo nero su bianco un’idea che ha sfornato per risanare il debito americano, che si potrebbe applicare a suo avviso anche ad altri paesi. E’ ovvio che il pensiero va subito all’Europa, alle prese con il problema dei debiti sovrani.

In un editoriale pubblicato nell’ Harvard Business Review, l’economista consiglia un’alternativa audace, come la chiama lui, per risolvere il problema dei debiti.

L’assunto da cui parte l’esperto è il seguente: mentre le aziende possono contare sia sulle azioni che sulle obbligazioni per finanziare i loro investimenti e la loro operatività, gli stati si trovano costretti a far affidamento soltanto sui loro titoli di debito.

“I paesi dovrebbero sostituire gran parte dei loro debiti nazionali esistenti con le azioni: azioni che rappresentano gli ‘utili’ delle rispettive economie”. Si creerebbero così i “titoli nazionali”, rappresentativi del Pil, che funzionerebbero alla stregua degli stessi titoli azionari che sono quotati sui mercati azionari.

Tali azioni “pagherebbero i dividendi regolarmente” e il paese emittente “potrebbe avere sempre la possibilità di ricorrere a un’operazione di buy back sul mercato”, proprio come accade nel settore corporate. Ancora, “il prezzo di un’azione flutterebbe ogni giorno a seconda delle nuove informazioni che vengono comunicate, relative all’economia”.

L’opportunità di partecipare a una determinata fase di crescita economica dell’emittente attraverso le azioni (lo stato) potrebbe eccitare gli animi degli investitori, invece di spaventarli“. Proprio quanto accade nel mercato azionario.

“Io e Mark Kamstra della York University abbiamo illustrato il modo in cui queste azioni nazionali potrebbero funzionare. Proponiamo che esse paghino un dividendo trimestrale che corrisponde esattamente a un trilionesimo del Pil trimestrale del paese di riferimento”. In questo modo si arriverebbe secondo Shiller a calcolare – e anche a dare una definizione – al concetto di utili nazionali, che lui battezza “trills”.

Un “trill” emesso dal governo degli Stati Uniti, per esempio, dovrebbe garantire agli investitori un ritorno di $13,22, da erogare su base trimestrale. Il ritorno totale, in futuro, varierebbe, e dipenderebbe dalla performance del Pil: se il Pil sorprendesse al rialzo, i dividendi salirebbero; in caso contrario, i dividendi scenderebbero. E sarebbe il mercato a determinare il prezzo di un “trill”, che sarebbe volatile, in quanto dipenderebbe “non solo dal dividendo più recente, ma anche da quelle che sono le aspettative degli investitori per il futuro, aspettative che possono variare da minuto a minuto”.