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“Sicurezza voli in mano agli hacker, rischio molto alto”

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NEW YORK (WSI) – Brad Haines, un normale ragazzo americano, è un hacker. Dalla nascita è sempre stato curioso di capire come funzionano le cose, amante della scienza è sempre stato pronto a mettere il naso ovunque. Una volta cresciuto, ha anche preso il nome in codice, Renderman, e ora lavora presso una piccola compagnia di IT in Canada.

La sua passione però è rimasta la stessa. In questo periodo sta cercando di studiare e capire bene il nuovo sistema high tech americano concepito per la sicurezza degli aerei. Ora, per sistemi di sicurezza si intendono dispositivi che dovrebbero essere prima di tutto impenetrabili. La loro complessità e i codici per venirne a capo dovrebbero essere accessibili solo agli addetti ai lavori.

Ma Haines rivela invece che trovare il modo di bypassare la rete di sicurezza è spesso molto semplice. Tanto che lui stesso è riuscito a capire come funzionerà la prossima generazione di sistemi di controllo del traffico aereo, messa a punto dall’autorità dei voli degli Stati Uniti, la FAA: una generazione che sarà interamente operativa entro la fine del prossimo decennio.

Facendo questo, il giovane hacker ha scoperto clamorosi difetti che potrebbero recare grossi problemi agli aerei in volo. Non solo: Haines è arrivato alla conclusione che l’intero sistema è vulnerabile all’attività degli hacker.

Ma quale é il problema? Secondo Renderman, “il nuovo sistema non userà più i radar ma farà affidamento sui dati rilevati con i GPS”; di fatto, si fiderà di segnali che non sono criptati e che per questo motivo potrebbero essere intercettati. Questi segnali non sono neanche autenticati e ciò significa che non si riuscirebbe a provare se il segnale ricevuto provenga da un aereo reale oppure no”.

Di conseguenza, in teroria, gli hacker potrebbero entrare in gioco, sconvolgere l’intero sistema facendo comparire aerei che non esistono.

“Potrebbero improvvisamente apparire 50 aerei che non esistono o, anche peggio, si potrebbe terrorizzare la gente in volo”. Per dimostrare che non si tratta di una bufala, Haines ha riprodotto il tutto attraverso un simulatore, mostrando che il problema esiste davvero.

“Le conseguenze di un aereo inesistente sugli schermi dei controllori del traffico aereo possono essere disastrose. Anche perché chi fa un lavoro del genere deve già affrontare molte difficoltà, essendo questa una mansione tra le più stressanti; se poi improvvisamente viene inserito un numero indefinito di aerei che non esistono, si entrerà nel panico più completo”.

Todd Humphreys, professore dell’Università del Texas ed esperto in materia, appoggia la teoria di Renderman: “Questo è un serio problema e risolverlo prima che sia troppo tardi deve essere una priorità”, avvisa.

La FAA, Federal Aviation Administration ha reso noto nel frattempo che si stanno apportando modifiche opportune al sistema, in modo che, una volta pronto, non ci sarà alcun rischio.

Le autorità federali responsabili dell’aviazione non hanno però voluto rilasciare dichiarazioni su quali siano realmente gli eventuali rischi, affermando che si tratta di informazioni private.