Società

Sicilia a rischio crack. Monti chiede piano rientro finanziario vincolante

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Roma – Il governatore della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e il presidente del Consiglio Mario Monti hanno concordato un piano di rientro finanziario e di riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale vincolante per i trasferimenti nazionali.

E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi emessa al termine dell’incontro nel corso del quale Lombardo ha anche confermato a Monti l’intenzione di dimettersi entro il 31 luglio per andare al voto in Sicilia il 28 e 29 ottobre, aggiungendo che i conti sono “solidi” e quella del default “una grande balla”.

L’incontro di un’ora e mezza è stato l’esito di una lettera scritta da Monti a Lombardo nei giorni scorsi nella quale il capo del governo chiedeva conferma delle annunciate dimissioni del governatore e della situazione contabile della Sicilia.

Al termine, rispondendo ai giornalisti, Lombardo non ha fatto alcun cenno al piano di rientro finanziario citato dalla nota di Chigi con “riforme strutturali e di riorganizzazione dell’amministrazione pubblica regionale, vincolante negli obbiettivi e nei tempi, e costantemente monitorato dalle strutture tecniche del governo nazionale, alla cui realizzazione saranno subordinati i trasferimenti nazionali nel quadro realizzativo del federalismo fiscale”.

SBLOCCATI OGGI 240 MILIONI PER LA SANITA’

Lombardo ha detto che “la Sicilia ha conti solidi e una finanza sostenibile” e “quella del default è una grande balla” perché “le agenzie di rating ci classificano come il Veneto” e “noi non chiediamo neppure che i crediti dello Stato nei nostri confronti ci vengano riversati perché comunque i nostri conti tengono”.

Il governatore ha aggiunto che “lo Stato ha oggi sbloccato 240 milioni per quanto riguarda la sanità”.

“Mi dimetterò a fine mese e si voterà il 28 e 29 ottobre”, ha detto ancora Lombardo il quale ha promesso “che non avverrano in questi mesi spese folli”.

Nel comunicato di palazzo Chigi nel quale si annunciava l’invio della lettera a Lombardo si parlava di “gravi preoccupazioni riguardo alla possibilità che la Sicilia possa andare in default a causa del proprio bilancio”.

INDEBITAMENTO SUPERIORE AI 5 MILIARDI

La Regione Siciliana ha un indebitamento a 5,3 miliardi a fine 2011, secondo la Corte dei Conti.

Lombardo ha annunciato le sue dimissioni entro il mese di luglio per “cause politiche”, poiché la sua maggioranza che va dal centrodestra a parte del Pd è entrata in crisi.

Lo statuto regionale prevede che, in caso di dimissioni del governatore, si tengano nuove elezioni entro tre mesi.

Lombardo non si presenterà alle nuove elezioni poiché è indagato dalla procura di Catania per voto di scambio con aggravante di mafia. Nelle ultime settimane la crisi è deflagrata dopo un’intervista del presidente regionale degli industriali, che è anche vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello, nella quale si denunciava che la Regione è “sull’orlo del fallimento” con il rischio di diventare “la Grecia del Paese”.