All’indomani dell’euforia che ha contagiato tutti i mercati azionari globali, tornano la cautela e le vendite ovunque, anche sulle commodities che pure avevano visto l’oro in mattinata balzare fino al massimo a quota 1.394 dollari l’oncia. Sui mercati newyorkesi il trend cambia anche per il bene rifugio per eccellenza che ora punta verso il basso. Giù sul Nymex anche i futures sul petrolio, che si attestano a 86,25 dollari, in flessione di 24 centesimi rispetto all’ultima rilevazione di ieri.
Non va meglio ai futures americani che, in attesa del rapporto sull’occupazione Usa di ottobre, puntano verso il basso. I contratti sul Dow Jones arretrano di 32 punti, quelli sul Nasdaq scendono di 7 punti e quelli sullo S&P 500 sono in flessione di 5,40 punti.
Improvvisa debolezza anche dell’euro, che dopo aver superato ieri quota 1,42 dollari scende con decisione sfondando al ribasso anche la soglia degli 1,41 dollari, attestandosi esattamente in calo a 1,4089. Il dollaro recupera anche sullo yen, a 80,87. D’altronde i problemi in Europa sono sempre dietro l’angolo e oggi si segnala il ritorno delle tensioni sul futuro dei Piigs , in particolare dell’Irlanda.
Intanto si tinge quasi tutta di rosso Piazza Affari, in attesa di conoscere le nuove notizie provenienti dal fronte macroeconomico degli Stati Uniti: la trepidazione per il rapporto sull’occupazione Usa tiene tutti con il fiato sospeso: secondo il consensus il dato confermerà un tasso di disoccupazione al 9,6%, a fronte di una creazione di posti di lavoro di 60 mila unità.
Il Ftse Mib cede più dell’1,3% all’indomani di una seduta di rally che aveva portato l’azionario globale a brindare alla mossa di quantitative easing della Fed. Ma oggi il tono è diametralmente opposto, a dispetto della chiusura al rialzo dei listini asiatici.
Milano si conferma però maglia nera rispetto alle altre piazze europee; nel resto dell’Europa, alle 12.30 circa ora italiana, Londra scende infatti dello 0,31%, Francoforte dello 0,13%, Parigi dello 0,37%, Bruxelles dell’1,06%, mentre Amsterdam è positiva con un +0,23%.
Il motivo dei sell off su Piazza Affari sono ancora loro, le banche , in attesa del verdetto di Fitch che arriverà alle 15.30 ora italiana.
Finora, gli altri verdetti non sono stati certo positivi, e il nervosismo degli operatori è evidente.
Forti ribassi per Intesa San Paolo (-2,81%), Banca Popolare di Milano (-2,22%), mentre ancora peggio fanno Unicredit (-2,39%), Ubi Banca (-3,34%) e Mps (-3,96%). Mediobanca scende invece dell’1,81% e Banco Popolare lascia sul terreno l’1,68%.
Guardando agli altri settori, profit taking sul cemento dopo le corse dei giorni passati, e con Cementir e Italcementi osservate speciali nel giorno della pubblicazione dei conti.
Male anche Telecom Italia (-1,60%), che amplia le perdite della vigilia in scia a conti non apprezzati dal mercato.
Unici segni più nella giornata di oggi sono Tenaris che sale più del 2% dopo la diffusione dei conti, Fiat (+1,28%), Exor (+0,86%) e Campari (+0,27%).