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Shock geopolitici, petrolio di corsa: “Si viaggia verso $70 dollari”

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Il blitz anti corruzione dello scorso settimana in Arabia Saudita firmato dal principe Mohammed bin Salman sta mandando in orbita le quotazioni del petrolio. E per gli analisti il trend al rialzo potrebbe continuare.

Secondo Roberto Friedlander, analista di Seaport Global Securities, ci sono più possibilità “che le quotazioni raggiungano i 70 dollari al barile che mettano la retromarcia per tornare verso quota 50 dollari”.

“I sauditi non possono permettersi un rinnovato calo dei prezzi o un calo dei ricavi petroliferi”, ha detto Friedlander alla Cnbc, aggiungendo che “sicuramente preferirebbero chiudere i rubinetti e vedere i prezzi ritornare a 70 dollari al barile piuttosto che rischiare di lasciarli scivolare indietro a $ 50” .

Il benchmark internazionale Brent greggio ieri ha superato di recente 60 dollari al barile., toccando i massimi di 62,90 dollari, mentre il greggio Wti ha raggiunto i 56,28 dollari, entrambi ai livelli massimi del luglio 2015.

“Un prezzo del petrolio a $ 60 al barile offre le condizioni ottimali per molte delle iniziative di bin Salman per rimettere i moto l’economia” ha spiegato Helima Croft, responsabile globale della strategia dei prodotti in RBC.

Prima delle purghe dello scorso fine settimana, gli analisti di Barclays avevano alzato il prezzo del Brent a $60 al barile per il quarto trimestre e a $55 al barile per il 2018. A innalzare la tensione ha contribuito anche l’accusa rivolta dai sauditi al Libano di aver “dichiarato guerra“, con i leader del governo dell’Egitto che cercano di mediare e riportare la situazione alla calma.