La teoria si basa su questo semplice ragionamento: i bond e gli altri strumenti del credito hanno sofferto molto di piu’ delle azioni durante la crisi. Questo significa che potrebbero avere un margine piu’ ampio di guadagno quando l’economia riprendera’ a correre. Ma c’e’ di piu’. Se e’ stato il credito a trascinare nel baratro l’economia e l’azionario, allora potrebbe essere proprio il credito a portare tutti fuori. In questo caso il mercato del credito ritroverebbe slancio prima di quello azionario.
Le azioni sono “storicamente le piu’ veloci a rialzare la testa” in una fase di recupero, dice Binky Chadha, chief U.S. equity strategist di Deutsche Bank, “ma considerato il tipo di crisi attuale, il credito riprendera’ quota prima che l’azionario torni a dare profitti”.
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Dopo l’accenno di rimbalzo della settimana scorsa, le azioni hanno subito un altro duro colpo, con l’indice Dow Jones che ha perso il 3.7%. Il paniere delle blue-chip ha bruciato il 5.6% dall’inizio dell’anno e il 42% dai massimi di ottobre 2007. A novembre, nel periodo di ribassi piu’ pronunciati, il Dow era il 47% sotto i massimi, record negativo dagli anni ’30.
Ma le sofferenze del mercato del credito sono senza precedenti, con gli investitori che continuano a tenersi lontani dal rischio come fosse veleno. I tassi di interesse sul debito aziendale sono schizzati a livelli record, alimentando i timori di un’ondata record di fallimenti societari.
Ma c’e’ una faccia positiva della medaglia: la situazione offre agli investitori la possibilita’ di avere ritorni altissimi, anche dopo il lieve recupero nei mercati creditizi riscontrato nelle ultime settimane, che ha spinto i tassi di interesse in ribasso.
Per molti analisti, infatti, l’obbligazionario offre ancora ritorni “di tipo azionario”, ma questo, in un periodo di panico, potrebbe far si che vengano svenduti, aprendo pertanto la possibilita’ ad alcuni corporate bond di offrire un ritorno migliore delle azioni.
Fonte: Wall Street Journal