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SETTORE AUTO: L’ OCCASIONE PERSA

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(WSI) – Siamo un paese «fatto male»? Probabilmente sì. Per rendersene conto basta guadare un po´ da vicino il «pianeta automobile» per quanto riguarda l´Italia. Si scoprono subito varie cose.

La prima, che salta subito all´occhio, è che, pur essendo il paese con l´economia più lenta d´Europa, rimaniamo, tutto sommato, dei discreti consumatori di auto. Anche nel 2003, anche quando cioè eravamo già in crisi da un po´ di tempo, siamo risultati terzi fra i grandi paesi europei. Subito dopo la Germania (che però ha novanta milioni di abitanti) e l´Inghilterra. Come acquirenti di vetture siamo stati anche davanti alla Francia: noi ne abbiamo comprate due milioni e 266 mila, i francesi si sono fermati poco sopra i due milioni (e avevano un´economia ben più vivace e sana della nostra).

L´anno d´oro dell´Italia, comunque, era stato il 2001 quando ci siamo comprati poco più di due milioni e 400 mila vetture. Da quel momento, però, siamo diventati un po´ più prudenti e le previsioni di Global Insight dicono che nemmeno fra dieci anni gli italiani torneranno a comprare lo stesso numero di vetture che avevano acquistato nel 2001.

In sostanza, siamo forti consumatori di vetture, ma la crisi si fa sentire anche qui da noi. Sempre con qualche contraddizione. Anche fra dieci anni, infatti, saremo sempre il terzo mercato europeo per quanto riguarda gli acquisti di automobili. Dove si avverte che siamo un paese fatto male è nella produzione. Se infatti siamo il terzo paese europeo per quanto riguarda gli acquisti di vetture, siamo poi (ormai) il quinto nella produzione.

E siamo quinti a notevole distanza dai quattro che ci precedono. Se la nostra produzione di auto è intorno al milione di pezzi all´anno (con la prospettiva di salire a un milione e 200 mila), gli altri sono molto, ma molto più avanti.
In testa a tutti ci sono i tedeschi, che di automobili ne fanno ben più di cinque milioni all´anno (quasi cinque volte quello che fa l´Italia), e con la prospettiva di andare oltre i sei milioni nel giro di una decina d´anni.
Ogni tanto qualcuno ci spiega che quello dell´auto è un settore maturo, del passato, ma intanto i tedeschi continuano a premere l´acceleratore della produzione e contano di andare molto avanti.

Subito dopo i tedeschi, comunque, arrivano i francesi. Un paese che ha le nostre stesse dimensioni, ma che produce stabilmente più di tre milioni di vetture: tre volte quello che fa l´Italia. Al quarto posto abbiamo la Spagna, che fa intorno a due milioni e 200 mila vetture all´anno e che grosso modo lì rimarrà. Al quinto posto, come già detto, ci siamo noi con il nostro milioncino (o poco più) di vetture prodotte all´anno.

Che cosa ci dicono queste poche cifre? Ci dicono che in Europa abbiamo perso, e stiamo perdendo, un´occasione di lavoro (e di soldi) molto importante. In Europa (calcolando i 12 paesi più importanti) si fanno circa 15 milioni di vetture all´anno. Di tutta questa produzione, l´Italia si è ridotta a fare un quindicesimo. In questa stessa Europa ogni anno si comprano circa 15 milioni di vetture, e l´Italia ne compra il 7-8 per cento. Insomma, «consumiamo» il doppio di quello che poi riusciamo a produrre.

Il significato di tutto ciò è, purtroppo, molto chiaro:

1 – I maggiori paesi europei, dalla Germania alla Francia, non considerano affatto quella dell´auto un´industria matura, bollita, o inutile. Al punto che da loro essa conserva dimensioni di tutto rispetto. Certo conteranno anche le industrie più moderne, ma l´auto rimane negli altri paesi europei una sorta di pilastro intorno al quale girano posti di lavoro, soldi e esportazioni.

2 – Noi, ormai è chiaro, abbiamo fatto in questo settore molti errori. Li ha fatti la Fiat (che ha attraversato periodi anche molto lunghi di stanca e di scarsa creatività), ma li ha fatti anche il Paese tutto insieme, spesso inutilmente polemico con la casa torinese. Il risultato, purtroppo, è quello che abbiamo visto. Ormai in Europa siamo dietro, come produttori, anche alla Spagna, che fa più del doppio delle automobili che facciamo noi. E siamo dietro persino all´Inghilterra produce ogni anno una volta e mezza le vetture che produciamo noi.

E c´è un´altra considerazione da fare. In Europa, sembra di capire, ogni economia «forte» dispone anche di una forte industria dell´auto. Noi, invece, ne abbiamo una debole, la più debole fra i grandi paesi.

La domanda che ci si deve porre a questo punto è se l´Italia ha ancora la possibilità di risalire la china. La risposta è che, forse, abbiamo ancora il 50 per cento di possibilità. Nel senso che a Torino stanno facendo molti sforzi (anche finanziari, stanno vendendo tutto quello che si può vedere pur di continuare a fare automobili). Non è sempre stato così. Adesso a Torino hanno l´atteggiamento giusto, ma forse è un po´ tardi. Il sindacato, in passato, ha sbagliato molto con la Fiat e ho la sensazione che, all´occorrenza, sia ancora pronto a sbagliare (certi stabilimenti sono ancora aperti a dispetto dei santi).

Il risultato è che la Fiat è mezza morta, e che l´Italia ha la più povera industria dell´auto di tutta Europa. Non è ora di fare, tutti, un po´ di autocritica?
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