Società

SETTIMANA DEBOLE PER I MERCATI AMERICANI

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Nonostante gli ultimi sviluppi sul fronte iracheno abbiano allontanato i timori di un conflitto lungo e insidioso, a Wall Street questa settimana e’ prevalsa la cautela.

Alcuni profit warning sul fronte societario e la situazione ancora poco convincente dell’economia a stelle e strisce hanno messo un freno agli ordini di acquisto, impedendo l’atteso rally degli indici azionari.

Dopo la caduta di Baghdad, l’attenzione degli operatori e’ tornata sui fondamentali. E se la stagione degli utili non e’ iniziata nel peggiore dei modi, sicuramente le cifre viste finora mancano della solidita’ necessaria per giustificare una crescita sostenuta dei listini.

Rispetto a venerdi’ scorso, il Dow Jones e’ arretrato di 74 punti (-0,89%), portandosi a quota 8.203,41. Dall’inizio dell’anno l’indice industriale segna un calo dell’1,66%, mentre rispetto a un anno fa perde il 19,39%.

Con un calo di 25 punti (-1,78%), il Nasdaq ha terminato la settimana a quota 1.358,90. Dalla chiusura del 31 dicembre l’indice hi-tech segna un rialzo dell’1,75%, mentre rispetto a un anno fa la variazione e’ del -21,23%.

L’S&P 500 ha ceduto 10 punti (-1,21%), chiudendo l’ottava a quota 868,30. La perdita sostenuta nel 2003 e’ dell’1,31% e su base annua l’indice accusa un calo del 21,33%.




































































































































































































INDICI DI
BORSA
Ticker Valore Variaz ultima
settimana %
Variaz da inizio
anno %
Variaz ultimi 12
mesi %
DJIA DJIA 8203.41 -0.89% -1.66% -19.39%
S&P 500 SPX 868.30 -1.21% -1.31% -21.33%
Nasdaq IXIC 1358.90 -1.78% 1.75% -21.23%
Nasdaq 100 NDX 1026.15 -2.34% 4.25% -22.53%
INDICI DI SETTORE
Ticker Valore Variaz ultima
settimana %
Variaz da inizio
anno %
Variaz ultimi 12
mesi %
Semiconduttori SOX 298.19 -4.24% 3.11% -46.09%
Oro-Argento XAU 65.73 1.53% -14.37% -4.93%
Networking NWX 147.10 -0.54% 12.55% -31.04%
Internet ECM 49.58 1.08% 12.84% 3.70%
Hardware GHA 166.77 -2.42% 7.66% -23.71%
Petrolifero OIX 245.47 -2.14% -5.54% -23.61%
Finananziario DJ_FIN 143.91 0.70% -2.57% -19.50%
Energia DJ_ENE 181.36 -1.25% -3.15% -17.15%
Farmaceutico DRG 300.95 -2.76% 0.82% -16.98%
Biotech BTK 324.73 -5.66% -3.98% -29.36%
Difesa DFX 139.17 -2.28% -13.90% -29.88%
Gas Naturale XNG 170.55 0.46% -12.13% -11.44%
Software GSO 101.42 -1.77% -0.69% -26.41%
Retail RLX 283.69 -1.22% 6.09% -1.22%
Wireless UTI 246.74 -0.82% -4.24% -27.46%
Assicurazione DJ_INS 286.20 -0.60% -3.71% -23.17%
Aereo XAL 32.10 -1.53% -17.25% -67.78%
TELECOM XTC 412.55 -1.32% -8.41% -23.14%

IL MERCATO AZIONARIO

La settimana e’ stata negativa soprattutto per i titoli tecnologici. Il profit warning di RF Micro Devices (RFMD – Nasdaq, -18%) e gli utili deludenti di Microchip Technology (MCHP – Nasdaq, -15%) hanno riacceso il pessimismo sui semiconduttori. Il downgrade di RBC Capital su Applied Materials (AMAT – Nasdaq, -1,2%), leader mondiale nelle infrastrutture chip, ha messo ulteriore pressione al settore, spingendo l’indice SOX a cedere piu’ del 4%.

Meno pesante e’ stata la perdita dei titoli hardware, con il GHA che e’ arretrato del 2,4%. Male Apple (AAPL – Nasdaq, -10%), che avrebbe intenzione di rilevare Universal Music Group (seconda casa discografica al mondo) e Hewlett-Packard (HPQ – Nyse, –6%).

Per quanto riguarda il software (GSO -1,77%), da segnalare gli allarmi sul fatturato di Network Associates (NET – Nyse, -24%) e Siebel Systems (SEBL – Nasdaq, -6%). A risentirne e’ stata anche Microsoft (MSFT – Nasdaq, -2%), colpita tra l’altro da un downgrade di First Albany.

Ha invece chiuso la settimana in rialzo l’indice dei titoli Internet (ECM, +1,08%). Il comparto e’ stato sostenuto dal forte rialzo di AOL Time Warner (AOL – Nyse, +8%), dopo i commenti positivi di Morgan Stanley sulla situazione di bilancio, e dalla trimestrale migliore delle attese di Yahoo! (YHOO – Nasdaq, +0,25%). In controtendenza Amazon.com (AMZN – Nasdaq), che ha lasciato sul terreno piu’ del 5%.

Tra i titoli che compongono il Dow Jones spiccano il forte rialzo di General Electric (GE – Nyse, +5,3%), dopo i buoni dati di bilancio, e il tonfo di At&t (T – Nyse, -16%), che scambia ormai ai minimi dall’inizio degli anni Ottanta.

I DATI MACROECONOMICI DELLA SETTIMANA

  • Sussidi di disoccupazione. La settimana scorsa le nuove richieste sono diminuite di 38.000 unita’, a quota 405.000. Il dato, tuttavia, resta per l’ottava settimana consecutiva sopra le 400.000 unità, soglia che separa un mercato del lavoro in espansione da uno in recessione.
  • Prezzi Import/Export. A marzo, i prezzi import di marzo sono aumentati dello 0,5%, quelli alle esportazioni dello 0,3%. Entrambi i dati sono in linea con le attese.
  • Bilancia commerciale. A febbraio il deficit e’ sceso a $40,3 miliardi, dai $41,2 di gennaio. Il dato e’ migliore delle stime degli economisti.
  • Vendite al dettaglio. A marzo hanno registrato un incremento del 2,1%, ben superiore al +0,6% previsto dagli esperti.
  • Fiducia Michigan. Il dato preliminare di aprile sulla fiducia dei consumatori si e’ attestato a 83,2 punti, contro i 79 attesi e i 77,6 di marzo.
  • Prezzi alla produzione (PPI). L’indice grezzo di marzo ha registrato una crescita dell’1,5%. Il ”core PPI”, cioe’ l’indice depurato dalle componenti alimentari e energetiche, e’ salito dello 0,7%.

IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO

I progressi della campagna irachena e le notizie incoraggianti dal fronte macro hanno arrestato la corsa ai titoli di Stato. Alla chiusura di venerdi’, il rendimento sui bond a 5 anni si attestava al 2,89%, contro il 2,83% della settimana scorsa.

Lo yield sul Treasury a 10 anni, benchmark della categoria, e’ salito invece al 3,98% dal 3,94% di venerdi’ scorso. Ricordiamo che il rendimento segue un andamento inverso rispetto ai prezzi.

IL MERCATO VALUTARIO

Subisce una battuta d’arresto il consistente recupero avviato dal dollaro a inizio aprile. Questa settimana il biglietto verde ha leggermente perso terreno nei confronti dell’euro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York, la moneta statunitense veniva scambiata a $1,076 per 1 euro, contro gli $1,073 della settimana scorsa.

LE CONCLUSIONI

Con il forte rialzo della settimana scorsa (il piu’ consistente degli ultimi 20 anni), seguito all’inizio della campagna “Shock & Awe”, era intuibile che il fattore guerra (il cui esito era largamente scontato) avesse esaurito buona parte della sua forza propulsiva.

Probabilmente l’economia dara’ presto segnali di ripresa, come sostiene il Governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan. Ma nel frattempo l’atteggiamento degli operatori resta improntato alla cautela, in attesa di nuove indicazioni sui profitti della Corporate America.