Società

SENZA AEREO PERSONALE L’AFFARE
NON DECOLLA

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(WSI) – Se, come si dice, il tempo è denaro, allora si spiegano facilmente le ragioni che, nel 2005, hanno fatto registrare il record assoluto di vendite di aerei d’affari: 3.580 velivoli contro i 2.963 del 2004 e un giro d’affari complessivo di 15,1 miliardi di dollari, pari a un incremento del 27,2 per cento.

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Fra i vari modelli a disposizione, con 2.465 velivoli venduti (+20,2%), quello con motore a elica resta il più gettonato; al secondo posto, invece, pur guadagnando terreno si piazza il jet con 750 esemplari (+27%). I dati sono stati diffusi dall’associazione di costruttori di aerei che nella sfida a chi vende di più ha eletto vincitrice il colosso Bombardier (nel 2005 è riuscita a piazzare 188 aerei d’affari, pari a un fatturato di 2,6 miliardi di dollari). «In questo segmento – spiega Bob Horner, responsabile per l’Europa e l’Africa di Bombardier – nel 2005 gli affari sono andati particolarmente bene grazie al boom di richieste che abbiamo ricevuto dai Paesi dell’Europa dell’Est».

E in America? Negli Stati Uniti l’aereo d’affari è quasi preistoria. Come evidenziato dalla Federal Aviation Administration, i cieli americani saranno presto invasi dai microjet: aerei piccoli e leggeri, capaci di volare ad altitudini più elevate e di correre fino a 425 chilometri orari. Ma il vantaggio sta anche nel prezzo: da 1,5 milioni a un massimo di 2,25 milioni di dollari, più o meno la metà di un business jet. Secondo le previsioni della Federazione, entro il 2010 ben 1.650 microjet sorvoleranno i cieli a stelle e strisce dando vita a nuovi (micro)aeroporti.

«Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo modello di business», si è spinto a raccontare Nan Shellabarger, direttore del dipartimento dell’aviazione Usa. Vale a dire, un traffico aereo alternativo a quello tradizionale, ideale per le brevi distanze e con velivoli in grado di ospitare fino a un massimo di 8 passeggeri. Di questo passo, prima o poi, servirà pure che qualcuno s’inventi i semafori per il cielo.

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